LUCERA: OLTRE I SUICIDI IL PROBLEMA SOCIALE

Ora sono diventati tanti, troppi, i casi di suicidio o presunti tali a Lucera. L’ultimo in ordine cronologico questa mattina, quando la cittĆ  si ĆØ svegliata con la notizia che un commerciante, uno di quelli conosciuti da tutti, ci ha tragicamente lasciati. Come sempre ĆØ cominciata la ridda di ipotesi di tutti coloro che, quasi come se fossero seduti davanti alla tv a guardare una telenovela, piĆ¹ che preoccuparsi del dolore di una famiglia o di una cittĆ , si dilettano a ricostruire un qualcosa che va oltre la ragione. Ma a questo punto ci chiediamo se non sia il caso di fermarsi a riflettere. Ci troviamo davanti ad un problema sociale da non sottovalutare, un campanello di allarme per le istituzioni che a questo punto non possono piĆ¹ restare a guardare. A partire dal Comune, che dovrebbe intercettare e dirottare risorse verso coloro che nel silenzio vivono l’inferno. CosƬ come la mancanza di certezza nella legalitĆ , che impedisce ai commercianti di restare competitivi di fronte ai numerosi, troppi, abusivi che tagliano le gambe anche alle attivitĆ  piĆ¹ solide. Che si tratti di droga, di alcool o di debiti poco cambia. La moda degli ultimi anni ĆØ stata quella di guardare sempre e soltanto ai migranti, simbolo legittimo della sofferenza, ma non unico baluardo della povertĆ  che progressivamente sta interessando il vicino di casa, l’amico, il parente, tutti noi. Di certo viviamo una societĆ  invasa dal perbenismo noncurante del prossimo, abituata a rincorrere il mito dei mass media e appagata dal possesso di status simbols tecnologici o motoristici, che oscurano situazioni drammatiche che, purtroppo, possono far sfociare nel lungo periodo in atti estremi. Eh si, il lungo periodo… perchĆ© proprio al lungo periodo non siamo piĆ¹ abituati a guardare, sfiduciati come siamo dall’andazzo di un mondo sociale che gira al contrario. Ma non ĆØ solo verso il Comune che bisogna puntare il dito. Ci riferiamo alla Chiesa, purtroppo sempre piĆ¹ imprenditorializzata, che ha perso fiducia in sĆ© stessa e che a cascata sta progressivamente facendo perdere fiducia e speranza a coloro che sono nati, cresciuti e pasciuti con gli insegnamenti dei sacerdoti di una volta. Dove sono i novelli Padre Angelo Cuomo, Don Michele Ricci o don Pasquale Gelormini? Dove sono i preti che una volta catalizzavano le attenzioni dei giovani e meno giovani lasciando in ognuno di noi quel fervore di coscienza che ci accompagnava in ogni gesto quotidiano? Infine la Giustizia, quella con la G maiuscola. Quella che in un attimo ti fa fallire, quella che in un nanosecondo abbatte le certezze di un coniuge divorziato, quella che tratta ormai la gente come dei numeri… trascurando il fatto che quei numeri sono diventati ora tanti, troppi…!


Emanuele Faccilongo

Commenti

Post popolari in questo blog

ZIA ROSINELLA: COSA NE PENSAVA IL “SUO” PARROCO, Don MICHELE RICCI

30 DENARI ……………..IL PREZZO DEL SANGUE DI N.S. GESU'

NOZZE SPALLONE - ZOILA