POLITICA LUCERINA: DI LISTA CIVICA SI PUO’ MORIRE

Di questi tempi sono ricorrenti  le voci circa la  probabilità che le prossime elezioni amministrative vedano in campo alcune liste civiche. Ovviamente, nulla da dire sulla legittimità di tali propositi, anche se le previsioni che queste iniziative abbiano qualche successo sono molto scarse. E lo diciamo prendendo a prestito i precedenti in materia. A Lucera le liste civiche hanno fatto sempre flop.  Quando ci sono state quelle dei commercianti, dei pensionati e degli artigiani, ad esempio, i consensi raccolti da questi schieramenti sono stati scarsi, al punto che viene il sospetto che non siano stati votati neppure dai promotori e dai  loro parenti!  Invece, sulla carta tali liste, per il numero dei commercianti, degli artigiani  e dei pensionati in circolazione, avrebbero dovuto piazzarsi tra le prime posizioni in termini di consensi elettorali. Si dirà che la lista Tutolo viaggia in bel altra direzione, riuscendo a portare a casa un numero elevato di voti.  E’ vero, ma qui siamo in una ottica diversa. Intanto, la lista Tutolo è strutturata e coltivata da diversi anni e può essere assimilata ad un partito. 
 E, inoltre, si presenta dopo aver fatto diversi anni di opposizione, ragion per cui può contare sulla voce della contestazione al sistema.  Coloro che intendono presentare la lista civica pensano di risolvere problemi specifici, quelli che magari non sono riusciti a portare a soluzione affidandosi al singolo partito o agli uomini di partito. Se ci mettiamo, in proprio, sembrano dire questi signori, possiamo avere la forza per esercitare una certa pressione  in caso di elezioni di uomini propri e di conseguire i risultati sperati rispetto ai problemi che stanno a cuore. Illusione. Perché, ammesso che queste liste riescano a far eleggere qualche consigliere comunale, costui potrebbe fare ben poco per portare a soluzione le proprie istanze, a meno che non abbia una posizione determinante ai fini del mantenimento in vita della Amministrazione.  Tanto varrebbe far inserire nelle liste dei partiti tradizionali propri uomini e sviluppare una azione corale, che avrebbe ben altro significato in termini politici e soprattutto un peso di maggiore consistenza. 
 Inoltre, la presenza di liste civiche portano naturalmente ad un frazionamento del voto, che non giova ai partiti, ma neppure a chi si è messo in proprio. Le liste civiche sono viste dalle nostre parti sempre con qualche diffidenza, perché l’opinione pubblica collega la loro presenza alla difesa di interessi corporativi, di gruppi di pressione o addirittura personali. Insomma, hanno una reputazione peggiore di quella di cui oggi godono i partiti!. Naturalmente la maggiore partecipazione alle elezioni è sempre un fatto positivo per la democrazia e può essere motivo di stimolo per gli stessi partiti nella direzione di sollecitare un maggiore impegno.  Però, talvolta gli eccessi di democrazia, come tutti gli eccessi,  fanno male, per cui sarebbe il caso di valutare ogni considerazione di opportunità e di utilità nel momento di presentarsi in proprio al giudizio del corpo elettorale. 
a.d.m.

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