LUCERA, E’ MORTO UN GALANTUOMO: DON BALDUCCIO CURATO

Tutti lo chiamavano affettuosamente don Balduccio. In realtà era il dottor Baldassarre Curato, della prestigiosa famiglia Curato, casato che il popolo  lucerino identifica in quel bel palazzo di piazza San Giacomo, quasi dirimpettaio della omonima chiesa. La morte di don Balduccio ha suscitato davvero un cordoglio unanime, che senza dubbio esprime un profondo sentimento di rispetto, di ammirazione, di gratitudine verso un uomo che ha saputo spendersi costantemente e molto per il bene comune, aprendosi ad una visione sociale di largo respiro, che ideologicamente rompeva tutti I vecchi schemi rispetto alla sua posizione di latifondista liberale. Chiunque ha avuto a che fare con lui ha trovato sempre la sua  porta aperta, ha trovato un uomo disponibile all’ascolto e alla comprensione, sino a farsi battistrada di un impegno di sostegno per tanti bisogni, che, detta terra terra , significava aiutare la gente. Per chi non lo sapesse, la chiesa di “San Giacomo” è stata costruita dagli antenati di  don Balduccio, i quali fecero abbattere la cappella che sorgeva al centro della piazza, sostituendola col il nuovo tempio, quello che attualmente ammiriamo.  Per la posizione di cui godeva, poteva tranquillamente concedersi il lusso di stare una spanna in su nella scala  sociale, uniformandosi a quella sorta di casta  che tanti suoi colleghi delle grandi famiglie latifondiste  hanno incarnato per anni. 
Don Balduccio era diverso, molto diverso, era un galantuomo, un signore come si usa dire in casi del genere. Quando si approcciava col mondo bancario, di cui era cliente di primo piano, lo faceva sempre in punta di piedi, mettendosi in coda alla fila e cercando di arrecare il minimo disturbo possibile. Come operatore ha saputo gestire una azienda modello, che era il fiore all’occhiello del patrimonio agricolo della città. Lo ha fatto sempre con saggezza, competenza, prudenza  e con quella visione che lo portava sempre lontano nell’individuare le soluzioni di prospettiva e, quindi,  migliorative.  Quasi tutte le grandi famiglie lucerine coeve a quella dei Curato non hanno saputo fare la stessa cosa, per cui  il loro grande patrimonio agricolo si è volatizzato in presenza di una gestione molto discutibile. Don Balduccio è praticamente tra i pochi che ha saputo mantenere alto il prestigio di questi casati e lo ha fatto con molta competenza, ma anche con quel suo stile che determinava empatia a prima vista e con una apertura mentale che gli consentiva di interloquire con tutti sul piano della più convinta pari dignità. Lucera dovrebbe essere grata a questo figlio che l’ha saputa ben rappresentare. 
La nostra redazione è vicina ai famigliari in questo momento di grande sofferenza per la perdita del loro caro don Balduccio. 
a.d.m.

Commenti

Post popolari in questo blog

ZIA ROSINELLA: COSA NE PENSAVA IL “SUO” PARROCO, Don MICHELE RICCI

30 DENARI ……………..IL PREZZO DEL SANGUE DI N.S. GESU'

NOZZE SPALLONE - ZOILA