UNA OCCASIONE PER RIQUALIFICARE L’AREA DEL CASTELLO SVEVO

La morte del campo sportivo

Si riparla  di far chiudere il campo sportivo comunale di Porta Croce e far sorgere un nuovo impianto in zona più periferica (via Piave, via Aspromonte e via Montegrappa). Il tema non è nuovo, tenuto conto che già negli anni scorsi la politica riteneva di disfarsi del vecchio catino calcistico, il cui terreno, ormai praticamente insinuato nel centro abitato, avrebbe potuto avere una destinazione edilizia, come dire far sorgere nuove case. Non se n’è fatto nulla, perché sull’operazione sono sempre caduti i sospetti di speculazione da parte dei palazzinari e le probabilità che da questa operazione qualcuno della politica potesse ricevere mazzette. Dunque, se ne riparla. Qualche riflessione a ruota libera. Chi scrive non è pregiudizialmente contrario a far chiudere i battenti al vecchio “Comunale”, dato che obiettivamente  l’impianto in quel posto mal si concilia con l’intero sviluppo che ha avuto tutta la zona. Teniamo conto che quando è sorto il campo sportivo l’area cosiddetta “Cinquantuno” era pressoché inesistente, per cui si giustificava che l’attività sportiva qui potesse svolgersi al riparo  del respiro urbanistico. Insomma, tecnicamente un  impianto sportivo e calcistico in particolare va ora realizzato fuori dalla cinta abitativa.  Detto questo, però, il progetto dovrebbe portare all’intera riqualificazione dell’area del castello, che è stata letteralmente deturpata e che la presenza del campo sportivo di certo non contribuisce a migliorarne i lineamenti. 
Questa area certamente rappresenta il meglio che Lucera può offrire in tema di antichità, monumentalità e di presenza archeologica, per cui la eventuale progettazione andrebbe vista nella direzione di salvaguardare proprio questi aspetti.  E a deturpare l’area ha contribuito anche la politica di alcuni anno fa, che addirittura (Sindaco Papa) fece aprire una stalla a ridosso delle mura federiciane, una stalla poi trasformatasi in un poco fortunato ristorante. Ora la politica, quella seria e responsabile, ha davvero una irripetibile occasione di riscattarsi, realizzando una progettazione che globalmente sia in sintonia con i  connotati architettonici della zona, con volumi, ad esempio, che non sopravanzino il senso di assieme della panoramicità della zona. In poche parole, case sì, ma fatte bene. E’ superfluo dire che il Comune da solo non potrà mai realizzare un progetto del genere con propri fondi, per cui la sinergia col privato diventa indispensabile, Privato che, però, non deve essere visto come l’avvoltoio, l’avventuriero  di turno, bensì un operatore che si ponga anche al servizio della città, pur con la salvaguardia del suo interesse aziendale e personale. Insomma, nessuno fa nulla per nulla! Ovviamente si presenterebbe anche l’occasione per far nascere un impianto sportivo moderno, nel quale far confluire organicamente tante delle attività sportive locali, a cui ora il “Comunale” impedisce di onorare qualsiasi richiesta di utilizzo. 
Sappiamo già che sul tema si scateneranno tanti, perché il sospetto che l’operazione puzzi di affarismo edilizio è ancora presente nella politica lucerina, per cui gli inciampi non tarderanno ad arrivare, sempreché davvero si intenda procedere nella direzione di far chiudere i battenti al “Comunale”. Però, se l’operazione verrà impostata all’insegna della fattibilità tecnica e artistica, della trasparenza, della solvibilità patrimoniale sarà possibile mettere mano alla ristrutturazione e riqualificazione di un’area di grande spessore anche culturale, che, però, così come è ridotta, fa più vergogna che altro. Insomma, occorre affrontare la questione senza i “no” pregiudiziali, quelli che dalle nostre parti non consentono mai di aprirsi alle novità, alla modernità, all’utilità dei nuovi passaggi che la realtà impone.
a.d.m.
LA TRIBUNA DELLO STADIO COMUNALE DI LUCERA

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