Taglio dei Tribunali, la Corte Costituzionale ha bocciato il referendum abrogativo
La Consulta ha dichiarato inammissibile la richiesta, presentata da alcuni consigli regionali, di referendum abrogativo della riforma della geografia giudiziaria.
A chiedere il referendum sulla riforma, che prevede il taglio di circa mille tra tribunali minori, sezioni distaccate di Corte d'appello e uffici del giudice di pace, erano state nove Regioni: Abruzzo, Piemonte, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Campania, Liguria, Basilicata e Calabria.
Le Regioni avevano chiesto che gli elettori si esprimessero sull'abrogazione sia della delega data al governo per la riforma (e contenuta nell'articolo 1 del decreto legge 13 del 2011 contenente misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e lo sviluppo) sia sui successivi decreti legislativi (del settembre 2012) con i quali si era dato corpo alla nuova organizzazione di tribunali, procure e uffici del giudice di pace.
La Corte costituzionale ha dichiarato ''inammissibile la richiesta di referendum abrogativo riguardante: l'art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5-bis della legge 14 settembre 2011, n.148 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 13 agosto 2011, n.13, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari); l'intero decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'art. 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n.148); l'intero decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 156 (Revisione delle circoscrizioni giudiziarie -Uffici dei giudici di pace , a norma dell'art. 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148)''. La sentenza ''sarà depositata entro i termini previsti dalla legge''.
FONTE: REGIONI.IT
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