RESTITUIRE VERITA' AI FATTI!

Il vescovo della Diocesi Lucera-Troia mons. Cornacchia
In merito alla vicenda apparsa sulla stampa nei giorni scorsi e ripresa da alcuni net-journal, che vede coinvolti la Diocesi, il sac. Michele Tangi e l’Associazione Telecattolica, con il presente comunicato intendo precisare quanto segue.
Ho deciso di scrivere personalmente questa nota per restituire verità ai fatti e per eliminare, una volta per tutte, i dubbi che illazioni false e denigratorie hanno ingenerato e secondo le quali il sottoscritto sarebbe gestore, coordinatore e vittima di un manipolo di persone, che attenterebbero al bene della comunità diocesana.
Tutto questo è FALSO!
Nel corso di questi mesi ho avuto modo di leggere con molta attenzione e viva costernazione quanto pubblicato su alcuni quotidiani e net-journal locali. Il tutto mi ha profondamente addolorato perché non corrisponde al vero.
Quanto diffuso a mezzo stampa, particolarmente in questi ultimi giorni, è frutto di bugie e di affermazioni false, tendenziose e massimamente diffamatorie; divulgate da un sacerdote, che si è volontariamente dimesso dall’Associazione diocesana Telecattolica sin dal 28/11/2012, nella quale, nel corso di questi anni, non ha mai operato con spirito di comunione: né con i suoi confratelli, né con quanti si sono adoperati per il bene ultimo dell’associazione stessa, né soprattutto  con il suo Vescovo. 
L’iter che ha portato al nuovo assetto dell’Associazione, dovuto ad una necessità di chiarezza statutaria e di trasparenza amministrativa, obiettivi sui quali i miei predecessori si erano già espressi – pur senza mai ottenerne alcun utile risultato - e che ho raccolto immediatamente al mio arrivo in Diocesi, ha fatto in modo che si giungesse e finalmente - dopo anni di studio, di confronti e di approfondimento - all’adozione di un nuovo statuto, che in una valida assemblea del 23 aprile 2012 è stato approvato democraticamente, all’unanimità, quindi anche alla presenza e con il voto favorevole di quel sacerdote. A questi più volte e in più maniere ho rivolto accorato invito a voler continuare a dirigere, collaborare ed amministrare l’emittente ricevendone invece dinieghi e impedimenti dettati dalla sua spinta di gestione esclusiva, indipendente e personalistica.
Mi indigna dover leggere che il sottoscritto avrebbe “scippato” la televisione a questo sacerdote – che non era e non è di certo l’unico proprietario e gestore -, in  quanto, nella qualità di Vescovo pro-tempore della Diocesi di Lucera-Troia (e non di persona), sono di diritto tra i soci fondatori ed il primo e già da tempo prevalente finanziatore dell’associazione e dell’emittente. 
Più di una volta abbiamo chiesto al sacerdote in questione, visto l’avanzare della sua età e in considerazione delle finalità ecclesiali e pastorali dell’emittente, di farsi aiutare e di trasmettere ad altri presbiteri quanto di utile, nel corso degli anni, egli aveva realizzato insieme ad alcuni suoi confratelli; ma ogni tentativo mio e dei miei predecessori è stato vano.
Questo sacerdote ha assunto nella vicenda un atteggiamento che tradisce lo spirito di comunione che avrebbe dovuto sottendere la sua funzione, il suo ministero sacerdotale, ed avrebbe lui dovuto avere, secondo lo stile di persona responsabile; solo per carità cristiana non ho avviato procedimenti disciplinari nei suoi confronti e non ho esposto denunce all’autorità civile (infatti nessuna carta bollata è stata fin qui utilizzata, nonostante l’improvvido ed improprio intervento di un legale!).
La campagna denigratoria di insinuazioni e sospetti, creata ad hoc, nei confronti dell’Associazione Telecattolica e di alcuni miei valenti collaboratori ha raggiunto il suo punto massimo con il clamoroso tentativo di spacciare come veritieri alcuni documenti letteralmente falsificati e di dare in pasto alla stampa pubblica notizie farneticanti e, si ripete, false e tendenziose; il tutto per raccontare ai lettori una faccenda (inesistente) dai risvolti a dir poco inquietanti, tesi alla denigrazione ed alla diffamazione. 
Faccio mie, in questa dolorosa circostanza, le parole del Santo Padre Francesco che, in occasione dell’udienza ai giornalisti del servizio pubblico del 18 gennaio u.s., ha così affermato:  “… La qualità etica della comunicazione è frutto, in ultima analisi, di coscienze attente, non superficiali, sempre rispettose delle persone, sia di quelle che sono oggetto di informazione, sia dei destinatari del messaggio. Ciascuno, nel proprio ruolo e con la propria responsabilità, è chiamato a vigilare per tenere alto il livello etico della comunicazione, ed evitare quelle cose che fanno tanto male: la disinformazione, la diffamazione e la calunnia. Mantenere il livello etico…”.
Alla luce di quanto riportato, preciso che ho profondo rispetto per il diritto-dovere dell’informazione e della libera manifestazione del pensiero anche critico, garantito a tutti i Cittadini dall’art. 21 della Costituzione italiana, ma chiedo che si vigili affinché si tenga alto il livello etico della comunicazione, e si eviti che situazioni, fatti, documenti non attendibili e privi di idonei riscontri di veridicità ed autenticità, vengano utilizzati per DISINFORMARE, DIFFAMARE, CALUNNIARE ma soprattutto FARE MALE.
Esprimo la mia solidarietà e la mia vicinanza a quanti, chiamati, nell’esercizio delle loro funzioni o con vero spirito di abnegazione, gratuità, volontariato e disinteresse personali, a servire questa comunità diocesana, sono stati vittime di calunnie e falsità. 
Nel garantire che l’emittente continuerà ad essere, in maniera sempre più efficiente, un valido strumento di pastorale diocesana e di sana informazione, chiudo questa mia nota nell’auspicio che la verità possa prevalere e il bene diffondersi.

+ Domenico Cornacchia
Vescovo di Lucera-Troia

riceviamo e pubblichiamio una nota stampa del vescovo della diocesi Lucera - Troia

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