METTIAMOCI L’ANIMO IN PACE: IL TRIBUNALE NON TORNERA’ PIU’

Il palazzo di giustizia di Lucera
Mettiamoci l’animo in pace: il tribunale non tornerà più. Anche l’ultimo disperato tentativo di salvare il salvabile a mezzo referendum promosso da alcune regioni, tra cui la Puglia,  non è andato in porto, perché la Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile la richiesta di far pronunciare direttamente i cittadini sulla nuova geografia giudiziaria. In verità, al di là delle dichiarazioni di facciata permeate di ottimismo, le probabilità che la questione potesse essere risolta a mezzo referendum appariva improbabile, fragile, anche perché la tempistica dell’intervento lasciava in campo qualche perplessità. La verità – e noi l’abbiamo detto tante volte – è che la politica si è mossa in ritardo, quando ormai i giochi erano fatti.  I partiti che appoggiavano Monti e gli stessi che hanno dato luogo alle cosiddette larghe intese avrebbero dovuto intercettare subito i movimenti ministeriali già al loro sorgere,  facendosi  forti del fatto che la loro  posizione, al di là di qualche sfumatura, si muoveva all’unisono , bipartisan, come si dice oggi.  Una volta in discesa i provvedimenti hanno avuto vita facile, anche perché le forze di interdizione apparivano fragili a livello  romano. La stessa Regione Puglia doveva muoversi preventivamente, quando la gestione della situazione faceva chiaramente intendere che si andava incontro al fallimento delle azioni di protesta, benché animate da un comitato di protesta che si è battuto sempre con impegno e determinazione, insieme al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. 
 Invece, la massima istituzione regionale è stata a guardare, si è limitata ad esprimere un canonico comunicato a firma di Filippo Introna, presidente del Consiglio Regionale.  In questi giorni registriamo dichiarazioni del Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri a dir poco esilaranti. In un convegno a Lecce ha detto  che bisogna scordare ritocchi alla riforma giudiziaria, perché nel 95 per cento dei casi la situazione è sotto controllo e sta dando buono riscontri. Noi non sappiamo se la Cancellieri dica queste cose in Italia o su un altro pianeta! Basta leggere i giornali per capire, invece, che utenti, magistrati, avvocati e tutti gli operatori della giustizia fanno molta fatica a svolgere la loro attività, posto che talvolta mancano anche i locali per sedersi e fare la pipì e i luoghi dove poter custodire i fascicoli!  Questa è la dimostrazione che le riforme in Italia vengono fatte a testa di………, con le indicazioni ministeriali che non hanno alcun riscontro con le realtà territoriali. Che il tribunale di Lucera fosse, nelle sue dimensioni, un presidio efficiente e di qualità non gliene frega niente a nessuno! Non è vero in assoluto che non si poteva fare nulla per deviare i propositi della Severino prima e della Cancellieri poi. Occorreva una forza d’urto di carattere politico che purtroppo non avevamo. 
 Quando il tribunale è stato difeso ad alti livelli romani è stato sempre messo al riparo da propositi di chiusura.  Insomma, ci siamo difesi male e questi sono i risultati.  Fa rabbia vedere cassato con  tratto di penna un presidio che era il vanto della nostra terra.  I manigoldi  del Ministero dovrebbero fare un esame di coscienza e fare penitenza quando i guasti della riforma andranno a riversarsi pesantemente sulle nostre popolazioni.  Ci dicono che saranno prese altre iniziative, questa volta a livello europeo, per mettere in campo ancora una azione di contrasto. Sarà, ma noi di qui restiamo pessimisti!
a.d.m.
UNO DEI MOMENTI CALDI DELLA PROTESTA CONTRO LA CHIUSURA DEL TRIBUNALE

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