LUCERA, PER “TELECATTOLICA” SI STA GIOCANDO AL MASSACRO

La vecchia proprietà dell’emittente televisiva “Telecattolica” (proprietà che fa capo ad una associazione nata su iniziativa di tre sacerdoti, don Mike Tangi, don Michele Pepe e don Vincenzo Giorgio) e la nuova identificabile nell’Ente Diocesi sono ai ferri corti per vedersi riconosciuta la legittimità del titolo in questione. La vicenda, a quanto pare, è finita anche sul tavolo del giudice. In un contesto diocesano ordinario, la querelle non sarebbe dovuta neppure nascere, posto che i soggetti contendenti appartengono quasi tutti al clero. La vicenda sembra molto complessa, per cui ci asteniamo dal commentarla, anche perché non abbiamo elementi utili per poterlo fare adeguatamente e seriamente. Esprimiamo tutto il nostro rammarico, come operatori dell’informazione, per quello che sta accadendo, che certamente non porterà a nulla di buono. Qualche anno fa la televisione venne fatta rientrare nell’orbita dell’Ente Diocesi, pare col consenso anche di uno suoi fondatori ed animatori, quel don Mike Tangi che l’ha gestita con tanta passione e amore, quasi come una sua creatura. Sembrava una cosa acquisita e anzi foriera di una buona prospettiva, posto che si parlava di una riorganizzazione dell’impianto giornalistico, di un rilancio dell’intera programmazione attraverso nuovi contributi che finalmente l’avrebbero posta sullo stesso piano di altre consorelle televisive  militanti nell’ambito cattolico.
 In verità, gli annunciati miglioramenti non si sono visti, tenuto conto che, tutto sommato, lo scorrere dei programmi è sulla stessa falsariga precedente.  E che il potenziamento e il miglioramento della programmazione fosse fattibile è dimostrato anche dal fatto che l’area di visibilità dell’emittente era molto vasta, per cui si trattava di lavorare solo sul contributo umano, professionale della redazione. Così come si sono messe le cose, si rischia davvero molto circa il prosieguo dell’attività di “Telecattolica”. Ed è, comunque, un peccato per la città che, la sola in provincia di foggia, poteva vantarsi di avere un riferimento televisivo di marca cattolica  e la possibilità di far conoscere il suo territorio in un ambito addirittura extraregionale, con tutte le ricadute positive facilmente immaginabili.“Telecattolica” è praticamente un patrimonio cittadino ormai radicato nella considerazione popolare, al punto che per qualsiasi avvenimento si cerca una sua telecamera affidata alla regia dell’ottimo  Gino Romice.
 Come sia stato possibile giungere ad una lite dai toni così forti è difficile da comprendere, anche perché le fonti ufficiali si mantengono prudenti, giusto per evitare che dalla televisioni si possa passare  alle liti tra preti. Molti dei quali sono diventati stranamente soggetti attivi, mentre un tempo manifestavano uno scarso interesse per la televisione, che veniva considerata pastoralmente ininfluente se non dannosa.  Noi, sempre come operatori dell’informazione, ci auguriamo che la querelle rientri al più presto, non solo perché non è interesse di alcuno protrarla ancora, ma anche per evitare che venga depauperato progressivamente tutto quel patrimonio di energie che sinora ne ha consentito l’attività.  Insomma, come si dice, evitiamo di farci male da soli e mettiamo a tacere quei falchi che, anche attraverso l’odioso anonimato, si divertono a mettere  zizzania.  “Telecattolica” è sorta  per affiancare e rendere più visibile l’impegno della Chiesa diocesana e non per fare  il contrario!
a.d.m

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