E’ UFFICIALE: L’OSPEDALE E’STATO RIDIMENSIONATO

Lo afferma Attilio Manfrini

“ Per fortuna dell’ospedale di San Severo questi effetti si sono potuti limitare, perché il presidio si è avvalso delle ricollocazioni del personale in carico ai dismessi ospedali di San Marco e Torremaggiore e del ridimensionamento di Lucera”. 

Chi ha fatto queste affermazioni così impegnative e finalmente chiarificatrici di una situazione che navigava all’interno di affermazioni e assicurazioni del tutto opposte alla dichiarazione sopra riportata? Un breve riepilogo dei fatti. Giorni fa, come abbiamo pubblicato, il consigliere regionale Francesco Damone aveva rivolto un appello all’ASL Foggia e segnatamente al suo direttore generale Attilio Manfrini  perché si facesse carico di un intervento complessivo che restituisse agibilità operativa all’ospedale di San Severo, i cui reparti, in tanti casi, non sono  coperti dai primari e in altri le attrezzature si trovano abbandonate per mancanza di personale abilitato ad utilizzarle.  Gli ha risposto Manfrini nei termini (stralcio) riportati in apertura di questa corrispondenza. A noi interessa poco delle sorti dell’ospedale di San Severo, posto che vi sono, già di nostro, problemi più importanti di cui preoccuparci. 
 A noi interessa quella parte dell’intervento dove chiaramente si parla di ridimensionamento del “Lastaria”, un termine che mai è venuto fuori dagli interventi ufficiali. Si è sempre parlato di rimodulare, rimodellare e fregnacce del genere per convincerci che nulla nella sostanza sarebbe cambiato per l’offerta ospedaliera e che, anzi, dal rimescolamento delle carte in tavola sarebbe venuta fuori la cosiddetta non meglio identificata “cittadella della salute”. Ora Manfrini parla chiaramente, senza mordersi la lingua, di ridimensionamento, anche se lo fa in maniera indiretta per tranquillizzare Francesco Damone, al quale, anzi, ha promesso quell’interessamento vigilante che non ha mai messo in campo per Lucera.  L’affermazione di Manfrini – diciamolo chiaramente – dimostra che siamo stati un po’ tutti pressi in giro.  Il termine ridimensionamento è quello per il quale pochi – e tra questi noi – si sono pronunciati, beccandosi repliche tecnicamente confuse e scarsamente condivisibili. In verità, anche gli operatori del “Lastaria” non ci hanno capito molto, posto che quando ti viene in mente di chiedere come vanno le cose ( lo abbiamo fatto giorni fa con l’oculistica) tutti fanno spallucce. Insomma, si vive alla giornata, campando di speranze. Quelle speranze che avevamo affidato proprio a Manfrini e al suo referente politico Elena Gentile, che sembra muoversi su un altro pianeta quando parla di sanità e di ospedali, pur essendo lei stessa medico.  Le bugie hanno davvero le gambe corte!
 Del resto non ci voleva Manfrini a dire che l’ospedale è stato ridimensionato, perché la cosa è nei fatti. Basta percorre i corridoi dell’ex ”Lastaria” per comprendere che siamo in una specie di cimitero di promesse non mantenute e in presenza di ferite che gridano vendetta. Ripetiamo: qualcuno, prima o poi, dovrà rispondere di queste cose, che hanno mortificato tutto il nostro territorio. Questi avventurieri della sanità vanno  segnalati e messi sotto accusa. Speriamo che lo facciano i partiti nella vicina campagna elettorale e che la situazione venga affrontata con la dovuta serietà. A Manfrini vanno rinfacciate le promesse non mantenute, il suicidio del nostro ospedale, gioiello della Daunia sino a qualche anno fa, le furbate che ora stanno venendo alla luce.  Dimostriamo che abbiamo da tutelare prima di tutto una nostra dignità di cittadini, che in questa circostanza è stata letteralmente messa sotto i piedi.
a.d.m.
l'ingresso pedonale del Lastaria

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