UN NATALE CHE CI DEVE ANCORA SORPRENDERE
“ Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma i suoi non l’hanno accolto “ ( Gv 1, 1-18 )
di Padre Raffaele Di Muro OFMConv
L’attesa è per un Natale nuovo. Un Natale rinnovato nel nostro spirito, capace, insomma, di trovare posto nello splendore, nell’innocenza e nella trasparenza di un animo infantile. Come il cuore di Gesù Bambino presente in quella povera culla. La speranza di un Natale che possa produrre tanta bontà in ciascuno di noi, una bontà che faccia da cinghia di trasmissione per trasferire bontà, dolcezza, candore. La speranza di un Natale che riaffermi la sua autenticità, la sua verità, il suo annuncio di pace e di bontà, in contrapposizione ad un Natale che in tanti vorrebbero oscurare, tacitare, far sparire dalla stessa storia del mondo. Questo ultimo può essere il Natale collettivo, delle masse, il Natale degli altri. Ciascuno di noi, invece, ha bisogno del suo Natale per proporlo, poi, agli altri, per sentirsi, come dire ?, natalizzato in pieno.
Se ciascuno di noi non avverte questa ventata di novità, questo evento come elemento di trasformazione del mondo, sarà un Natale – cerimonia come tante, una ricorrenza quasi burocratica che detta i tempi degli uomini ma non quelli di Dio. Ciascuno di noi ha bisogno del suo Natale che, nella profondità del significato divino, possa dare un segnale di rinnovamento spirituale, di riacquisizione di quelle radici della propria fede e della autenticità o originalità del messaggio cristiano, cioè puramente natalizio.
C’è anche il dovere di proteggere questo Natale che è individuale ma non egoistico. Proteggerlo dalle insidie del mondo esterno che cerca di banalizzarlo, di ridicolizzarlo, di renderlo quasi un tric trac delle manifestazioni estemporanee, consumistiche. E nella misura in cui sapremo custodire il nostro, il mio Natale appariremo, apparirò credibile all’esterno. E solo allora si sprigionerà una luce che invaderà l’animo di chi ci sta accanto e avviarlo così sulla via del vero Natale.
Quando il mondo non si accorge di Dio, allora si fa buio. Il Natale è luce. E’ l’unica luce capace di dissipare le tenebre del peccato, della solitudine e della sorte. Nel cuore di quella notte, a Betlemme, i pastori videro una grande luce, un cielo sfavillante di stelle e di cori degli angeli che cantavano : ma erano solo loro che riuscivano a cogliere quella melodia celeste. La luce continuava a splendere quella notte, ma solo per chi si era lasciato coinvolgere da quel mistero di amore incomprensibile eppure reale, rivestito di povere cose.
Egli era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma i suoi non l’hanno accolto “ ( Gv 1, 1-18 )
di Padre Raffaele Di Muro OFMConv
L’attesa è per un Natale nuovo. Un Natale rinnovato nel nostro spirito, capace, insomma, di trovare posto nello splendore, nell’innocenza e nella trasparenza di un animo infantile. Come il cuore di Gesù Bambino presente in quella povera culla. La speranza di un Natale che possa produrre tanta bontà in ciascuno di noi, una bontà che faccia da cinghia di trasmissione per trasferire bontà, dolcezza, candore. La speranza di un Natale che riaffermi la sua autenticità, la sua verità, il suo annuncio di pace e di bontà, in contrapposizione ad un Natale che in tanti vorrebbero oscurare, tacitare, far sparire dalla stessa storia del mondo. Questo ultimo può essere il Natale collettivo, delle masse, il Natale degli altri. Ciascuno di noi, invece, ha bisogno del suo Natale per proporlo, poi, agli altri, per sentirsi, come dire ?, natalizzato in pieno.
Se ciascuno di noi non avverte questa ventata di novità, questo evento come elemento di trasformazione del mondo, sarà un Natale – cerimonia come tante, una ricorrenza quasi burocratica che detta i tempi degli uomini ma non quelli di Dio. Ciascuno di noi ha bisogno del suo Natale che, nella profondità del significato divino, possa dare un segnale di rinnovamento spirituale, di riacquisizione di quelle radici della propria fede e della autenticità o originalità del messaggio cristiano, cioè puramente natalizio.
C’è anche il dovere di proteggere questo Natale che è individuale ma non egoistico. Proteggerlo dalle insidie del mondo esterno che cerca di banalizzarlo, di ridicolizzarlo, di renderlo quasi un tric trac delle manifestazioni estemporanee, consumistiche. E nella misura in cui sapremo custodire il nostro, il mio Natale appariremo, apparirò credibile all’esterno. E solo allora si sprigionerà una luce che invaderà l’animo di chi ci sta accanto e avviarlo così sulla via del vero Natale.
Quando il mondo non si accorge di Dio, allora si fa buio. Il Natale è luce. E’ l’unica luce capace di dissipare le tenebre del peccato, della solitudine e della sorte. Nel cuore di quella notte, a Betlemme, i pastori videro una grande luce, un cielo sfavillante di stelle e di cori degli angeli che cantavano : ma erano solo loro che riuscivano a cogliere quella melodia celeste. La luce continuava a splendere quella notte, ma solo per chi si era lasciato coinvolgere da quel mistero di amore incomprensibile eppure reale, rivestito di povere cose.
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