L’angolo di Antonio Di Muro, IL SUD E’ IN CODA ANCHE PER I SERVIZI COMUNALI. CHE SCOPERTA!

Stanno giungendo quasi a noia le tante rilevazioni degli istituti specializzati a proposito delle condizioni di salute del Sud.  Condizioni che – lo sappiamo – sono piuttosto precarie, ma che a ripetercele e a rinfacciarcele hanno quasi il significato di un funerale annunciato.  Questa volta è lo Svimez a ricordarci che dalle nostre parti i servizi comunali latitano o sono carenti, mentre quelli presenti al Nord scoppiano di salute. Servizi comunali sono quelli, come dire?, di prima necessità, essenziali perché una popolazione possa ritenersi civile. Servizi comunali che sono trasporti, urbani, strade, pubblica illuminazione, asili nido, rifiuti urbani, case popolari, cioè quella struttura di fondo che sorregge la vita delle popolazioni e che  fa parte del campionario di promesse, non mantenute, delle Amministrazioni civiche. Bella scoperta, verrebbe da dire! Conosciamo a memoria questa situazione, perché la viviamo sulla nostra pelle ogni giorno. Detta semplicemente così sembrerebbe una colpa solo dei nostri amministratori comunali, che sarebbero incapaci di far fronte alle necessità primarie delle loro collettività. Senza dubbio, non tutto fila sotto questo aspetto dalle nostre parti, posto che spesso nella programmazione comunale vi sono discrasie non tollerabili in termini sociali e impegni di bilancio talvolta distanti dalla realtà quotidiana.

 Fatto l’esame di coscienza, va detto anche che, come rileva lo Svimez, la maggiore presenza dei servizi comunali, insieme alla migliore efficienza, dipende soprattutto dalla carenza risorse a disposizione, che al Nord risultano più copiose. Tutto ciò mentre la tassazione è al medesimo livello. Cioè noi paghiamo le stesse tasse, ma otteniamo servizi comunali scadenti.  Come si spiega tutto ciò? Dal fatto che la tassazione al ricco Nord produce più introiti, perché il plafond tributario presenta margini più ampi, se non altro per la presenza di un assetto industriale e produttivo che noi ci sogniamo. Non solo. A parità di tassazione, percentualmente i tagli governativi si abbattono in maniera netta e trasversale in termini secchi sui bilanci comunali, senza nessuna elementi di opportunità per quelle realtà che, invece, andrebbero tutelate.  La chiusura di molti ospedali di qualità e indispensabili per i nostri territori, soprattutto mondani, è la spia di una politica dissennata che fa dei tagli la sua bandiera, senza farsi scrupolo delle primarie necessità di assistenza alle popolazioni.  L’analisi dello Svimez si limita alla denuncia e non prospetta, se non di straforo, le soluzioni che potrebbero  rendere almeno paritaria la situazione, che diventa ogni giorno più precaria, talvolta al limite della sopravvivenza. E’ evidente che se non si sciolgono i nodi strutturali della economia meridionale è impensabile  che avvenga il miracolo  della inversione di tendenza, Miracolo che non può aversi solo con quello che riescono a fare le Amministrazioni civiche meridionali, che hanno bisogno del sostegno della collettività nazionale, attraverso le varie articolazioni istituzionali.

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