LA NUOVA SEDE DELLA BIBLIOTECA DI LUCERA RISCHIA DI DIVENTARE CATTEDRALE NEL DESERTO

Non ci voleva un mago per presagire come sarebbe andata a finire la storia della inaugurazione della nuova biblioteca comunale, quella che è stata realizzata a “San Pasquale”, alle spalle della villa comunale. La notizia è questa secondo i cronisti locali: la nuova, bella, organica, quasi ammaliante struttura rischia di non poter essere messa in attività per mancanza di personale. Bella scoperta! E’ da anni che si discute della necessità di dotare la biblioteca di un personale adeguato e il riferimento riguardava addirittura la vecchia e storica sede, che funziona all’interno del perimetro di Palazzo Mozzagrugno. Già la vecchia sede soffriva di tale problema, al punto che l’Amministrazione comunale ( di tutti i tempi) non è riuscita neppure a dotarsi di un direttore a tutti gli effetti, posto che, dopo l’uscita dell’avvocato Giambattista Gifuni, l’istituzione è stata affidata, tranne una brevissima esperienza,  ad elementi che ne hanno fatto le veci, come si dice in gergo burocratico, non in possesso di un titolo specifico e, comunque, vincitore di concorso ad hoc. Dunque, se già l’organico della vecchia biblioteca era ridotto al minimo indispensabile, come si poteva pensare di utilizzare lo stesso personale per una sede nuova che é di dimensioni notevolmente superiori?  Il  problema rischia di far slittare a tempi indefiniti la inaugurazione dell’opera, perché senza personale non si possono fare miracoli.  
Perciò potremmo trovarci di fronte ad un’altra cattedrale nel deserto, di cui francamente si poteva fare a meno, specie di questi tempi  difficili, che dovrebbero reclamare sale in zucca prima di avventurarsi in iniziative staccate dalla realtà  di riferimento. E’ prevalsa ancora una volta la linea dell’avventura e non della programmazione, quella, cioè, che consente di avere le opere pronte nei tempi previsti e nell’ambito della disponibilità delle risorse a disposizione.  E’ chiaro che il problema non è soltanto quello di avere a disposizione dipendenti che sappiano gestire il patrimonio librario nei termini tecnici previsti, ma anche quello di dover tenere in efficienza e pulita una sede con spazi ampi ed articolati, come può essere quella di un ex convento adattato ad altro.  Insomma, ci sono da prevedere tempi bui per il nuovo contenitore culturale, che, se non utilizzato in tempi relativamente brevi, rischia di andare incontro all’abbandono e distruzione. Un’altra pessima dimostrazione di come si amministrano i soldi pubblici, un’altra dimostrazione della incapacità di amministrare saggiamente e col senso del buon padre di famiglia da parte di chi ci governa al Municipio! 
a.d.m.

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