IL TEATRO “GARIBALDI” DI LUCERA: TANTO VALE CHIUDERLO!

IL PALCOSCENICO DEL TEATRO GARIBALDI
Alcuni mesi fa ci siamo occupati dell’antico e prestigioso teatro “Garibaldi” di Lucera per lamentare il fatto che, come ci veniva riferito e non smentito, la sua apertura al pubblico era vietata nei giorni di sabato e domenica, come dire al culmine della settimana che solitamente registra il concentrarsi delle manifestazioni culturali in una qualsiasi città del  pianeta. Insomma, il teatro poteva avere la sua disponibilità e visibilità dal lunedì al venerdì, due giorni che solitamente sono fiacchi dal punto di vista dell’organizzazione di spettacoli. Pensavamo, a distanza di diversi mesi, che la cosa fosse stata archiviata, tenuto conto che, a suo tempo, avevamo posto la questione alla diretta attenzione del sindaco e dell’assessore alla cultura. Non è successo nulla: il “Garibaldi” continua a fare scena muta, insomma a stare chiuso il sabato e la domenica. Da una mini indagine da noi effettuata, è possibile affermare che la chiusura nei giorni più importanti della settimana del teatro dipende dalla carenza di personale o, se volete, dal fatto che quello a disposizione non è sufficiente a coprire l’intero arco dei sette giorni. Non sappiamo come stanno le cose in materia di bilancio. Supponiamo che non vi siano le risorse necessarie per poter aspirare ad un ampliamento dell’organico. Ma, questo non ci impedisce di stigmatizzare che la questione “Garibaldi” non rientra tra le priorità di Palazzo Mozzagrugno, che evidentemente viene considerato solo un ricovero per le manifestazioni istituzionali e contenitore da tenere in bella mostra solo per farci ricordare come eravamo e non come dovremmo essere. 
E’ l’ennesima dimostrazione della considerazione (scarsa) in cui viene tenuta a Lucera la cultura, di cui tutti si sciacquano la bocca, mentre nella realtà tutti se ne fottono. Scusate: se il teatro deve stare aperto solo nei giorni,per così dire,  poco fecondi, perché non chiuderlo e farla finita? E’, evidentemente,  una provocazione. Non dobbiamo lamentarci quando ci accusano (come lucerini) di non saper difendere le nostre istituzioni, con chiaro  riferimento al tribunale e all’ospedale, rispetto ai quali ci siamo dovuti prendere ( e ci stiano prendendo !)  pugni in faccia da tutte le parti, per non dire vere mortificazioni. Sì, un po’ gli altri ci maltrattano, ma non è che noi facciamo qualcosa per non esporci alle brutte figure e ai relativi danni! Tornando a noi, tanti non sanno quante difficoltà si sono dovute superare e quanti soldoni sborsare per far riaprire questo teatro, che era stato abbandonato dopo la guerra e diventato un vero deposito comunale, anzi delle nettezza urbana. Chi scrive queste note può testimoniarlo direttamente, come la raccolta dei quotidiani in biblioteca dimostra. (cfr “La Gazzetta del Mezzogiorno” ,“Il Tempo”, ”Il Mattino” ecc.). Va anche ricordato il particolare impegno de “Il Centro”, diretto dall’amico  Raffaele Montanaro non più in mezzo a noi. 
Tutte le Amministrazioni che sino sono succedute a Palazzo Mozzagrugno dopo la guerra hanno fatto del suo restauro una bandiera di programma , insieme ai  tutori della cultura e della storia locale dell’epoca, soprattutto il direttore della biblioteca Giambattista Gifuni e il Presidente dell’Ordine Forense avvocato Mario Prignano.  Ricordiamo che fu Peppino Papa, allora consigliere regionale, a far giungere un primo stanziamento della Regione Puglia di 500mila lire, cui ne seguirono altri anche di competenza stretta del bilancio comunale.  Tutti i sindaci che si sono alternati nell’asso di tempo sopra menzionato possono dire e vantarsi di aver messo  il loro classico, prezioso  mattoncino per giungere finalmente alla riapertura del “Garibaldi” (2005), Per fare che? Per lasciarlo chiuso? Non era questo l’intendimento. Il teatro doveva e poteva costituire uno degli elementi per dare lustro alla nostra cultura e segnatamente alla importante tradizione teatrale musicale, come la storia documenta. Non sta succedendo questo. Ed è grave colpa a danno di coloro che ci stanno amministrando, al pari della gratitudine che si deve ai quei predecessori che lo hanno riaperto, recuperato, ristrutturato, magnificando la città di un gioiello di rara arte e bellezza. E, per la cronaca, il suo gemello è nientemeno il “Petruzzelli” di Bari, realizzato dallo stesso progettista del “Garibaldi”, l’architetto Angelo Messeni. 

Antonio Di Muro

L'ARTISTICA VOLTA
LE DECORAZIONE DEI PALCHI

Commenti

Post popolari in questo blog

ZIA ROSINELLA: COSA NE PENSAVA IL “SUO” PARROCO, Don MICHELE RICCI

30 DENARI ……………..IL PREZZO DEL SANGUE DI N.S. GESU'

NOZZE SPALLONE - ZOILA