VE LO DIAMO NOI IL SINDACO DONNA: DEBORAH TESTA

Palazzo di Città
Nei partiti stanno tutti (o quasi) diventando sostenitori dell’opportunità e della necessità di far sedere una donna sul primo scranno del Municipio. E giù indicazioni a catinelle sulle candidature, comprese quelle che neppure sotto tortura si sognerebbero di fare ingresso nell’agone politico, che è un agone di maschiacci insolenti ed anche piuttosto furfantelli. Giorni fa è circolata anche quella della notaio Orfina Scrocco, che  si è spenta prima ancora che avesse qualche probabilità di accendersi. E poiché un po’ tutti credono di avere il titolo per fare proposte  sul tema, anche noi, di qui, modestamente, ci permettiamo di suggerire il nome della professoressa Deborah Testa, una donna, una professionista molto impegnata e leader delle donne nella scorsa competizione amministrativa (e’ stata ispiratrice della lista civica “Noi donne per la rinascita di Lucera”), conquistando uno spazio di considerazione all’esterno nient’affatto trascurabile. E aggiungiamoci pure che è una collega brava che sa tenere bene la penna in mano, seria, documentata, conoscitrice dei problemi cittadini, considerazione quest’ultima  non secondaria in un gioco di quadra che richiede capacità di mediazione e, nello stesso tempo, di mettere in campo la soluzione dei problemi prima che quest’ultimi abbiamo il sopravvento. E aggiungiamoci ancora che è giovane matura, desiderosa di spendersi per la città, sfoderando quella grinta operativa e positiva che negli ultimi è stata merce rara nel comparto della politica lucerina.  

E aggiungiamoci pure che la Testa ha il senso politico delle cose, come dire che è abituata a ragionare col metodo della mediazione nella ricerca delle soluzioni, al riparo da quel tecnicismo e tatticismo sfrenati che spesso producono tanti danni quando la cosa pubblica è affidata solo ai professorini della matita blu, abituati ad immettere o cancellare poste in bilancio come se le questioni sociali fossero di pertinenza di un semplice calcolo ragionieristico. E cosa accade in questi casi lo abbiamo visto anche a livello nazionale, dove i tecnici portano può sconquasso che altro nella definizione delle linee di bilancio, come dire nella individuazione dei bisogni collettivi. Inoltre, la professoressa Testa non ha una precisa carta d’identità politica, nel senso che non si mai schierata a beneficio di questo o quel partito. E’ vero ha dato avuta in cima alla lista di “Noi donne” un candidato sindaco del centro destra ( Dell’Osso), ma era pur sempre una civica scolorita dal punto di vista delle appartenenze politiche. Bisogna dire che questa iniziativa ha aperto la porta alla partecipazione delle donne in una competizione elettorale. 

Si, d’accordo, l’inserimento occasionale delle donne nelle liste dei partiti è sempre avvenuta, ma solo per dare un tocco rosa alla lista stessa, senza mai alimentare  velleità di vittoria. In qualche maniera questa iniziativa ha asfaltato la strada per l’inserimento di qualche quota rosa in Giunta, anche se in deficit rispetto alle attese e a quanto prevedono le norme in materia.  Riteniamo che  il nominativo della Testa non sfiguri tra quelli che circolano in questi giorni, alcuni dei quali, peraltro, hanno già fallito come amministratori e dirigenti di partito.  Qualche nominativo di spicco è già sparito dalla circolazione, per cui si corre il rischio di fare affidamento sugli stessi che hanno portato Lucera alla rovina. La professoressa Testa è all’oscuro di questo nostro  inusuale lancio, per cui non potrà essere sospettata di volersi aprire la strada con una forzatura mediatica, che, peraltro,  non ha alcun peso nel momento decisionale, anche se è significativa in quanto espressione del sentire popolare. 

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