TRIBUNALI: OPERAZIONE CHIRURGICA MASSACRO

Che l’operazione salvataggio del tribunale  avesse poche probabilità di andare in porto rientrava nelle nostre facili previsioni. E così è stato. Per la semplice, elementare ragione  che non si poteva accontentare uno o pochi senza provocare la comprensibile, feroce reazione degli altri. E così è stato. In Italia sono stati chiusi ben 969 uffici giudiziari (tra tribunali, procure e sedi distaccate), un numero enorme, che fa parte di una vera operazione chirurgica da massacro. A protestare, ormai, sono tutti, a dimostrazione  che il provvedimento approvato all’insegna di una discutile spending review presenta molti lati vulnerabili e oscuri, che i mammasantissima del Ministero di Grazia e Giustizia hanno lasciato sul corpo scoperto e tante volte martoriate di tante comunità. In questi giorni i giornali, anche a caratura nazionale, stanno mettendo in evidenza le discrepanze della riforma Severino anche sotto il profilo economico. Cioè, se il provvedimento riteneva di ridurre i costi, la realtà si sta già rivoltando. Torniamo  alle cose nostre. Foggia dovrà pagare un canone attuale di centinaia di migliaia di euro per assorbire la sede di Lucera, dove, invece, i locali costavano zero euro di fitto a carico del  Comune,  Secondo L’Associazione  Nazionale Avvocati Italiani ci sarà un aggravio di spesa di almeno 30 milioni di euro all’anno. 

 II che smentisce categoricamente le affermazioni ministeriali circa il risparmio di spesa e di miglioramento di efficienza, E laddove ci sarà un risparmio, verrà scaricato interamente sulle spalle dei cittadini, che si troveranno ad affrontare trasferte scomodissime e a costi molti più elevati.  Adesso c’è la speranza che sia il referendum abrogativo a sanare la situazione. Consentiteci di essere ancora una volta scettici. Con i tempi della politica e della giustizia in Italia, non c’è da sperare che la cosa abbia una conclusione in tempo decenti. Insomma, campa cavallo………! Intanto, i tribunali saranno chiusi e farli tornare a funzionare laddove hanno cessato di esistere sarà difficilissimo. Anche in termini di costi che avranno una  incidenza insostenibile. Altro che spending review!  Naturalmente il discorso ridiventa politico. E’ inconcepibile che con una Italia sul piede di guerra non ci sia un passo della politica che ridisegni la situazione nei termini corretti e equi, posto che tutti ritengono la soppressione dei tribunali inaudita, così come  realizzata, oltre a rappresentare  una ferita per l’amministrazione della giustizia, che, già malridotta, avrà difficoltà ad assicurare anche l’ordinaria gestione.

Nella sostanza – è quello che vogliamo dire – vi è un plotone di parlamentari che reclama il ritorno dei tribunali, un plotone che rappresenta le istanze di tutti i territori feriti dalla chiusura di questi essenziali presidi. E’ difficile fare squadra in questa circostanza e costringere il ministro ad adottare i relativi decreti correttivi?  E’ chiaramente l’impotenza della politica che genera tali situazioni, una politica che giunge sul luogo del delitto sempre in ritardo, mettendosi a rimorchio dei fatti, anziché precederli.  E’ sconfortante che si debba ricorre al referendum per ripristinare un diritto sacrosanto, specie per quei tribunali (come Lucera) che assicuravano una azione giudiziaria pienamente soddisfacente, in zone dove la loro presenza è assolutamente indispensabile per porre contrasto al dilagare della criminalità.

 a.d.m.

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