OSPEDALE DI LUCERA: SPETTACOLO SPETTRALE
L'INGRESSO PEDONALE DELL'OSPEDALE LASTARIA |
Ci è capitato in questi giorni di avere un contatto diretto con quello che resta del glorioso ospedale “Lastaria”, che veniva indicato, Vendola in testa, come un fiore all’occhiello della sanità pugliese, un avamposto significativamente di qualità nel vasto territorio in cui operava dignitosamente, con risultati, come detto, di eccellenza anche nazionale. Ai nostri occhi si è presentato uno spettacolo davvero spettrale, con amputazioni che ancora gridano vendetta, con un silenzio assordante- specie nelle ore pomeridiane e serali - che sembra rappresentare l’atto di accusa verso i responsabili di un vero omicidio dell’assistenza ospedaliera. Non c’è più nulla o quasi del vecchio “Lastaria”, che al tempo della sua apertura, (oltre cinquant’anni fa) aveva più reparti, benché la sua nascita fosse avvenuta in condizioni di emergenza e grazie alla lungimiranza delle Amministrazioni dell’epoca, che si assunsero addirittura i primi costi della neonato nosocomio. Pensate: appena aperto il “Lastaria” aveva la chirurgia ( con a capo quel grande chirurgo che è stato il professor Luigi Imperati), la medicina interna (primario il dottor Antonio Centore) e la ginecologia-ostetricia (affidata alla direzione dell’”americano” dottor Antonio Calvano ). Poi, arrivarono la pediatria, l’otorinolaringoiatria, la lungodegenza, l’oculistica e via di seguito, all’interno di una rimodulazione strutturale che tuttora è visibile all’occhio del passante.
Cosa è rimasto ora? Come reparti, solo la chirurgia e la medicina interna. Tutto il resto è sostanzialmente un grande ambulatorio, che serve a ben poco rispetto all’urgenza e alle patologie più gravi. Anche il bel Pronto Soccorso è diventato luogo di smistamento, specie di pomeriggio e di notte quando non ha la possibilità di ottenere le consulenze degli specialisti, per cui il dirottamento diventa d’obbligo. Nel contempo, abbiamo avuto la possibilità di visitare il nuovo ospedale di San Severo: senza dubbio una bella struttura, che al suo interno fa funzionare anche l’UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica), quella unità che il dottor Alessandro Vilella ha voluto con tutte le sue forze e che ora, stranezze della vita, si trova a dirigere proprio in quel di San Severo! Dicevamo, un bell’ospedale quello di San Severo, all’interno del quale ci’è un po’ di tutto, compreso quella dotazione scippata a Lucera. Hai voglia a dire che è rimasta a Lucera la “Cittadella della Salute”! Quale cittadella? E’ rimasta la cittadella delle illusioni, delle fregature, delle promesse non mantenute, delle rimodulazioni affidate solo alle frasi ad effetto, che servono solo ad imbrogliare la gente. E il caso dell’ospedale di Lucera è un imbroglio, se proprio non lo volete chiamare omicidio. Omicidio di un patrimonio che apparteneva alla città, che per questa struttura aveva impegnato tutte le sue energie.
Alcuni medici incontrati sul nostro percorso ci hanno detto che noi lucerini non abbiamo saputo difendere il nostro ospedale. Non hanno tutti i torti. Si sono fatte solo manifestazioni folcloristiche verso le quali Vendola non ha dedicato un minimo di attenzione. Insomma, se n’é invischiato! La politica è quella messa severamente sotto accusa. E’ vero, perché la politica non solo è stata assente, ma in qualche caso anche connivente, come quando non ha rinfacciato a Vendola i suoi impegni assunti in campagna elettorale e, in nome e per conto di questi impegni, si è fatto abbondantemente votare. Anche qui sono prevalse le tattiche, quelle che per anni stanno ingabbiando la città. Una stretta al cuore ti prende quando ora percorri i lunghi corridoi del “Lastaria”. Non c’è più la movimentazione di una volta, quella che ti faceva capire che stavi in un ospedale che viveva, funzionava, progrediva. Anche quello che resta del personale è demotivo e lavora senza entusiasmo, avendo solo come obiettivo il minimo garantito: la busta paga. C’è da avere comprensione! Qualcuno un giorno dovrà dirci perché Lucera è stata mortificata e colpita così duramente. Qualcuno che in cabina dovrà ricordarsi di quei personaggi responsabili della morte del “Lastaria”! E i personaggi e la loro appartenenza sono noti!
a.d.m.
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