LUCERA, RESTA ANCORA APERTA LA FERITA MORLACCO

la cattedrale di lucera
Bene ha fatto Francesco Barbaro sulla “Gazzetta” a ricordare il flop, o presunto tale, delle indagini relative al caso Morlacco, il quale , lo ricordate?, fu costretto a dimettersi a seguito delle minacce e intimidazioni di cui fu oggetto durante il suo mandato di Sindaco, minacce che coinvolsero anche la famiglia. E’ vero formalmente che Morlacco fu costretto a tranciare di netto la sua esperienza dal voto di sfiducia di sedici consiglieri, ma è altrettanto vero che la sua resa fu determinata dai gesti criminali di persone che volevano il suo allontanamento, anche con la forza, addirittura a colpi di pistola.  A distanza di cinque anni, purtroppo, nulla si è saputo dei criminali gesti, per cui i fatti sono passati mestamente nell’archivio dell’ordinaria amministrazione. E’ veramente sconcertante che non sia venuto fuori uno straccio di responsabilità, pur in un mondo dove le chiacchiere abbondano.  Anzi, si è avuto il contrario, dato che all’inizio finirono sospettati persone che non c’entravano e, perciò,  subito scagionati, non senza aver pagato il tributo del sospetto, che in politica è peggio di una condanna. Naturalmente anche queste riflessioni finiranno nel nulla, perché pretendere oggi quello che eventualmente bisognava fare cinque anni fa è vera utopia!  Purtroppo, non è solo una pagina di cronaca nera che si è conclusa in modo infausto. 
E’ la politica che ha perso una buona occasione per rinnovarsi attraverso un uomo - Vincenzo Morlacco – che poteva rompere tutti i vecchi addentellati e far respirare aria fresca. Ed era forse proprio quello che non volevano coloro che gli si sono rivoltati contro, anche a colpi di pistola indirizzati alla sua abitazione.  Anche i partiti della sinistra del tempo ritennero di affidarsi ad un  funzionario serio e preparato per superare i vecchi steccati e archiviare una fase turbolenta, che aveva visto in campo  molto del peggio della vecchia politica. Ed è paradossale che a rivoltarsi contro siano stati proprio alcuni di quelli che fortemente lo hanno voluto alla guida della città!  E’ vero che in politica i tradimenti costituiscono il pane quotidiano (Berlusconi docet), ma è altrettanto vero che col caso Morlacco si è superato ragionevole  limite.  Quando si è capito che con Morlacco si era innalzate le difese contro la vecchia logica della politica-politicante, in tanti hanno incominciato a rifarsi i conti  e a capire che non sarebbe stato possibile tornare al vecchio fingendo di proporre il presunto nuovo corso solo perché vi era una faccia nuova, immacolata. 
 E Morlacco lo ha capito, per cui non ha pensato minimamente di stare al gioco, decidendo di ritornare alla sua professione, che gli regalava molte più soddisfazioni. Pur col rammarico, beninteso, per non avere potuto fare qualcosa per la sua città, per la quale pure aveva in tante occasioni fornito la sua collaborazione, specie quando era il deus ex machina della situazione nella tecnostruttura comunale.  E che sia stato un errore far fallire quella esperienza è dimostrato dal fatto che gli accadimenti successivi hanno riproposto le vecchie logiche, col logoramento di un risultato elettorale – quello del centro destra – che potenzialmente era aperto ad aprire una nuova fase della vita politica.  E che è un fatto lo smarrimento di quel fallimento sia ancora oggi visibile nella politica locale, che stenta a rialzarsi   e si difende con colpi di coda. che vanno sempre nella stessa direzione, come dire verso quegli approdi che col bene collettivo hanno poco da spartire.  Se fosse un gioco di continui riposizionamenti ci sarebbe forse anche da divertirsi e animare le tifoserie. Il guaio è che questo gioco danneggia la città, ridotta ormai in mutande dopo la sostanziale perdita dell’ospedale e del tribunale, ridotti ormai a pezzi da museo e ad emblema di un tempo che fu.  E’ così i giochi diventano sporchi!
a.d.m.

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