ZIA ROSINELLA: COSA NE PENSAVA IL “SUO” PARROCO, Don MICHELE RICCI

ROSA LAMPARELLI
Siamo franchi: gestire un personaggio carismatico e della popolarità di Rosa Lamparelli nell’ambito parrocchiale non è cosa semplice. E per giunta avendo l’abitazione della veggente ad un tiro di schioppo dalla chiesa! Eppure c’è chi ha saputo gestire questo rapporto con molta discrezione, prudenza e saggezza per oltre quant’anni, assistendo anche ad una sorta di osmosi collaborativa tra i parrocchiani e figli spirituali della veggente e viceversa.  Nel senso, che i fedeli frequentavano regolarmente e con rispetto la parrocchia e, nello stesso tempo,  frequentavano casa Lamparelli per momenti di riflessione e preghiera, sotto lo sguardo di zia Rosinella. Chi era il parroco che ha saputo “vigilare” a distanza e con discrezione sulla vicenda Lamparelli?  Don Michele Ricci, che, tra l’altro, è stato per anni Vicario Generale e, quindi, braccio destra di alcuni Vescovi che si sono alternati. Anche quando la parrocchia è stata gestita in tandem con don Luigi Di Condio le cose non sono mutate. Anzi, don Luigi é diventato il confessore di zia Rosinella, sul conto della quale ha sottoscritto anche una tonica testimonianza a proposito delle facoltà mentali della donna, quando costei veniva accusata di non avere più la lucidità decisionale, segnatamente in occasione della nascita dell’Associazione da lei fortemente voluta. 

Ci chiediamo: cosa pensava di Rosinella don Michele, al di là della manifestazioni formali, di facciata, di convenienza? C’è un documento che può aiutarci in questo senso. E’ l’Omelia tenuta in occasione del funerale della veggente proprio da don Michele Ricci, una Omelia illuminante circa le virtù di Rosinella. Ecco uno stralcio: “Quando celebro le esequie cerco sempre di capire, di individuare, per quanto possibile, quale beatitudine ha vissuto maggiormente il fratello o la sorella che ci saluta. Per la nostra sorella Rosa mi trovo in difficoltà, perché, se riflettete, ella le ha vissute tutte. Ha vissuto la santità quotidiana, semplice, di tutti i giorni. Ha elaborato il Vangelo dentro di lei, nella semplicità e nel silenzio. L’atteggiamento che più ho apprezzato in lei è stato quello suggeritole dall’umiltà e dalla sottomissione. Diceva sempre:” Sia fatta la volontà di Dio”! Era come la fontana del villaggio. E voi andavate tutti ad attingere l’acqua fresca e pura della consolazione, della speranza e del conforto……”

Quel giorno il Vangelo proponeva il discorso della montagna, particolarmente appropriato nella circostanza.  “Beati i poveri in spirito…, beati gli afflitti…, beati i miti…., beati i misericordiosi…, beati i puri di cuore…, beati gli operatori di pace…, beati i perseguitati per causa della giustizia. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno, e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5, 3-12). Chi non vede stagliarsi in questo susseguirsi quasi dirompente delle beatitudini la figura della nostra amata zia Rosinella?  Lei viveva queste beatitudine con la gioia di chi un giorno sa di doversi incontrare col Signore nella Patria Celeste, di poter stare finalmente  faccia a faccia con la Mamma Celeste e godere della gloria eterna. Parole non di circostanza, non scritte sulla sabbia, ma scolpite nel cuore e nella mente. “Venite, benedetti del Padre mio, riceverete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”: così Mt 25, 34.  L’Omelia di don Michele è il suggello di un rapporto parrocchia-Rosinella sempre snodatosi in maniera corretta e rispettosa, senza sovrapposizioni o momenti di polemica.  Un rapporto che sembrava cementarsi quando il giorno della processione della Madonna della Misericordia la statua veniva fatta sostare proprio a ridosso dell’abitazione di Rosinella, con il volto  benedicente della Vergine  avvolta in un lavorato manto azzurro come il cielo di primavera. Il volto della Vergine e quello di Rosinella sembravano accendersi e fondersi e vibrare per Gesù, come le mamme sanno fare e percepire.  

Abbiamo ritenuto di rifarci all’Omelia pronunciata da don Michele perché non sempre le storie di questi personaggi così carismatici vengono raccontate con serietà e correttezza, in aderenza alla verità. Rosinella, come le biografie ci fanno sapere, non sempre è stata trattata con benevolenza  in sede ecclesiale.  Ma, lei ha ugualmente amato tutti e in particolare i sacerdoti e la Chiesa. Ha amato anche la sua parrocchia, al punto che voleva che i suoi funerali di svolgessero non in “Santa Caterina”, la “sua”amata  chiesa, ma in “San Giovanni Battista”, la”sua”parrocchia. Come in effetti è avvenuto, anche se a Rosinella è stato consentito di fare un salto in “Santa  Caterina” prima di raggiungere la casa cimiteriale. 

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