Verso le elezioni, IL CANDIDATO SINDACO CON DOTE

Le pagine dei giornali, di carta e online, sono zeppe di indiscrezioni circa le candidature a futuro sindaco della città. Sono usciti dal calderone dei probabili candidati diversi nomi, alcuni dei quali sono già stati bruciati in partenza, mentre altri sono stati vittima di un aborto prima della nascita.  La verità è che sinora il campo  dei pretendenti è tutto da arare e non sarà semplice tirare dal cilindro i nominativi da piazzare in cima alla lista. Per il semplice motivo che i partiti o i movimenti che intenderanno schierarsi hanno ancora le idee confuse o sono alle prese con rinunce difficilmente ritrattabili. Come nel caso dell’avvocato Giuseppe Agnusdei, che in tanti volevano portare dalla propria parte, ma che  la dichiarazione immediata di disinteresse verso la candidatura dello stesso professionista ha troncato sul nascere ogni possibilità di andare avanti. Mario Cardillo e  Peppino Labbate, hanno voluto ribadire di non essere disponibili a scendere in campo personalmente, il primo per gli  impegni personali, il secondo perché considera esaurita la sua travagliata  esperienza al Comune. Trovare un candidato sindaco obiettivamente è difficile nella situazione di discreto in cui si trova la politica lucerina.  Forse il solo schieramento che può sentirsi al riparo dalle turbolenze che immancabilmente determina la scelta è il centro destra o, se volete, il PDL o, comunque, Forza Italia, se, avverrà il passaggio di testimone da una sigla all’altra, come promesso da Silvio Berlusconi. 
Vogliamo dire che Pasquale Dotoli potrebbe ripresentarsi, qualora non vi dovessero essere ragioni personali ostative e se l’esperienza non l’abbia traumatizzato dal punto di vista della difficoltà a gestire la città tra tanti problemi e in un contesto politico difficilissimo da governare.  Si cerca non solo il candidato, ovviamente. Si cerca la persona, il professionista o politico pure in grado di spendere anche il suo patrimonio personale di voti, senza dei quali è difficile puntare alla vittoria. In passato, sono stati candidati anche nomi illustri delle professioni, che però non sono risultati un valore aggiunto al risultato del partito di riferimento o alla coalizione. Clamorosa è stata la candidatura, ad esempio, per il Pd di un prestigioso professionista della cardiochirurgia, ma che, non avendo esercitato in loco, non poteva avere un seguito tale da spingere l’asticella del partito verso l’alto. E, poi, l’elettorato diffida di chi scende sul terreno di gioco senza il vincolo di appartenenza, senza conoscere i problemi, senza quel retroterra politico che è indispensabile per trovare, poi, i giusti raccordi ed equilibri. 
 E’ stato sempre così.  Inoltre, occorre che il candidato sindaco non sia solo espressione di questa o quella forza politica, ma rappresenti anche un elemento di riferimento per l’intera coalizione, posto che si tratta di trovare una amalgama tra elettori di diversa estrazione, benché collocatati nella stessa area storica .  Ancora. Una persona seria non si avventurerà senza aver conosciuto il programma che si intende realizzare, specie se si tratta di figura proveniente dal cosiddetto mondo civile e non di stretta area politica o partitica.  Insomma, come si vede, c’è molta carne a cuocere. L’aspetto certamente essenziale è quello di presentare il portabandiera della lista con l’accompagnamento di una buona dote personale di consensi. Facile a dirsi, difficile a realizzarsi!  E se provassimo con una donna?
a.d.m.

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