Verso le elezioni, IL CANDIDATO SINDACO CON DOTE

Vogliamo dire che Pasquale Dotoli potrebbe ripresentarsi, qualora non vi dovessero essere ragioni personali ostative e se l’esperienza non l’abbia traumatizzato dal punto di vista della difficoltà a gestire la città tra tanti problemi e in un contesto politico difficilissimo da governare. Si cerca non solo il candidato, ovviamente. Si cerca la persona, il professionista o politico pure in grado di spendere anche il suo patrimonio personale di voti, senza dei quali è difficile puntare alla vittoria. In passato, sono stati candidati anche nomi illustri delle professioni, che però non sono risultati un valore aggiunto al risultato del partito di riferimento o alla coalizione. Clamorosa è stata la candidatura, ad esempio, per il Pd di un prestigioso professionista della cardiochirurgia, ma che, non avendo esercitato in loco, non poteva avere un seguito tale da spingere l’asticella del partito verso l’alto. E, poi, l’elettorato diffida di chi scende sul terreno di gioco senza il vincolo di appartenenza, senza conoscere i problemi, senza quel retroterra politico che è indispensabile per trovare, poi, i giusti raccordi ed equilibri.
E’ stato sempre così. Inoltre, occorre che il candidato sindaco non sia solo espressione di questa o quella forza politica, ma rappresenti anche un elemento di riferimento per l’intera coalizione, posto che si tratta di trovare una amalgama tra elettori di diversa estrazione, benché collocatati nella stessa area storica . Ancora. Una persona seria non si avventurerà senza aver conosciuto il programma che si intende realizzare, specie se si tratta di figura proveniente dal cosiddetto mondo civile e non di stretta area politica o partitica. Insomma, come si vede, c’è molta carne a cuocere. L’aspetto certamente essenziale è quello di presentare il portabandiera della lista con l’accompagnamento di una buona dote personale di consensi. Facile a dirsi, difficile a realizzarsi! E se provassimo con una donna?
a.d.m.
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