UNA DONNA SINDACO AL COMUNE? PROVIAMOCI!

Palazzo Mozzagrugno
Finalmente una donna sindaco del Comune di Lucera non sarebbe male.  E non solo per dare un tocco di sobrietà e di leggerezza operativa in un ambito da sempre gestito  quasi al cento per cento dagli uomini, ma anche per immettere nelle vene del massimo organo comunale un pò di quella oculatezza, di quel senso di responsabilità e di quella fantasia che, pressocché unanimemente, vengono accreditate al gentile sesso. Ed anche perché – diciamolo – non è che gli esponenti del cosiddetto sesso forte abbiano sinora dato grandi dimostrazioni di saper amministrare, visto e considerato come è ridotta la città. Inoltre, le donne hanno acquisito una buona dimestichezza anche con le questioni politiche e negli anni hanno mutato la loro collocazione che li vedeva e considerava solo come soggetti casalinghi, domestici.  Quando le prime donne hanno preso posto in Consiglio Comunale o tra i banchi della Giunta si è visto che esse erano in grado di dare qualcosa in più, soprattutto in tema di concretezza, quella concretezza che manca agli uomini, i quali, quando devono affrontare i problemi, si affidano molte volte alle solite inconcludenti giaculatorie di parole.  Nelle scorse elezioni comunale del 2008 è scesa in campo per la prima volta una lista tutta rosa, composta da ben trenta donne battagliere (Maria Vittoria Cimino, Giuseppina Anna, Valentina Petecchia, Maria Di Muro,Michela Iuliani, Maria Addolorata Venditto, Marcella Borsetti, Patrizia Catignano, Lucia Altilia, Maria Antonietta Colelli, Patrizia Mazzone, Annalisa Maiellaro, Annarita Petitti, Anna Carmela Corposanto, Vanessa Ferrone, Carmela Armiento, Rosa Monica Mannarino, Barbara Pietrosanto, Simona Biancone, Antonietta Di Maio, Samantha Parisano ,Celestina Pupillo, Antonietta Ziccardi, Elisabetta De Libero, Annalisa Maria Massariello, Maria Antonietta Patuto, Enza Rita Ciaburri, Patrizia Patella, Marcella De Cillis e Maria Concetta Grasso), che, pur in un mare di diffidenza, ce l’hanno messa tutta per fare bella figura. E l’hanno fatta, pur con tutti i limiti di una organizzazione messa in piedi all’ultimo momento, senza referenti particolari ( ora si dice sponsor!) del gentil sesso e in mancanza di un radicamento tipico dei partiti tradizionali. 

E’ stata una scommessa vinta quella della professoressa Deborah Testa, che si è messa alla testa di questo manipolo di donne con passo deciso.  Facendo intendere che è scoccata l’ora per una revisione degli orientamenti elettorali, che si muovono in una sola direzione. In verità, si era parlato anche di un riconoscimento di questa lista a livello di rappresentanza comunale e addirittura dell’assegnazione di un assessorato, non solo per coprire la percentuale delle quote rosa previste per legge (quota oggi ancora scoperta), ma anche per mettere in campo un impegno serio al servizio della città.  Nei altri centri che hanno visto in campo le donne a capo delle Amministrazioni il risultato è stato complessivamente positivo, contribuendo anche a dare alla politica quella facciata di credibilità e di freschezza perduta nel tempo.  Ne parliamo ora perché vi è il tempo tecnico per pensare di valorizzare veramente il ruolo delle donne in politica e non limitarsi solo ad inserimenti di facciata, soltanto per un richiamo porta voti, di donne naturalmente.  

Sarebbe anche un motivo per ridare agibilità piena alla politica, che da oltre dieci anni è letteralmente ingessata, visto che a praticarla sono i soliti noti e ignoti. Le donne, come ha detto ripetutamente Deborah Testa, vogliono essere protagoniste delle sorti della loro città, che non può ancora essere considerata feudo esclusivo del signori uomini.  “Noi donne per la rinascita di Lucera”, il nome che portava la lista di cui si parlava prima, non vuol essere solo uno slogan, bensì una presa di coscienza delle difficoltà della città e di una necessità di allargare il campo di quei consensi che servano a mettere in campo il proposito forte di un impegno al di fuori e al di là dei colori e dei sessi. Se dalle prossime elezioni il ruolo delle donne sarà rafforzato e trainante ne beneficerà la città. Magari con a capo dell’Amministrazione un sindaco in gonnella.

 a.d.m.

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