TRIBUNALE: E’ STATO FATTO SALTARE IL TAPPO

E’ stato fatto saltare il tappo. Quello delle chiacchieroni, dei millantatori, dei venditori di fumo riuniti tutti sotto la sola bandiera della ricerca di consensi, pur non avendo appuntata sul petto alcuna medaglia dei meriti, persino di quelli semplicemente ordinari. A far saltare il tappo è stato  inaspettatamente un autorevole esponente del Pd, l’avvocato Raffaele Lepore, il quale, nel corso della festa del Pd, si è mosso a testa bassa è nell’accusare il partito di sostanziale disinteresse rispetto al problema della soppressione del nostro tribunale. E le ha cantate e suonate di santa ragione, soprattutto quando sono stati passati in rassegna i comportamenti dei parlamentari piddini presenti, i quali non sapevano dove mettere la faccia. Ha fatto bene Lepore a lavare i panni sporchi pubblicamente? Difficile rispondere. I dirigenti locali, ovviamente, non hanno gradito la sua uscita fuori spartito, in una manifestazione che pur doveva essere una festa e che, per di più, stava disegnando le basi per trovare una aggregazione a sinistra da mettere in campo nelle prossime e vicine elezioni comunali.  Certo, se l’avvocato Lepore ha deciso di esporsi un maniera così plateale e, nel contempo, efficace deve aver avuto le sue buone ragioni, posto che egli non è così sprovveduto da prestare il fianco immotivatamente a rilievi circa la poca ortodossia del suo comportamento rispetto alle esigenze del partito, che in questo momento è alle prese con una rimodulazione che possa riportarlo agli antichi fasti elettorali.  

Avrà pensato che facendo passare la sua “indignazione” all’interno degli organi dirigenziali locali non avrebbe avuto alcun successo anche mediatico e, per di più, sarebbe stata incartata tra le tante chiacchiere che si dicono in casi del genere. Insomma, se Lepore voleva che la sua protesta potesse avere l’eco adeguata occorreva farlo con forza e in un manifestazione che, comunque, resta ancora di alto profilo politico, benché ridimensionata rispetto a quella che fu la festa dell’unità, che correva veramente nel sangue e nel cuore di tutti i militanti comunisti e della sinistra più in generale. In definitiva, Lepore ha detto le cose che tutti pensano e che noi – modestamente da qui – abbiamo detto già alcuni mesi fa. Questi signori parlamentari – come anche nel caso dell’ospedale – vengono solo a fare passerella, a fare comizi, a  farci recapitare comunicati stampa  del bla,bla, a prenderci in giro – diciamola tutta – ma nel i fatti non fanno nulla, né possono fare qualcosa, perché a Roma questi signori valgono  un fico secco.  Il discorso riguarda tutti, sia a destra che a sinistra, beninteso, perché anche a destra non è che le cose si siano mosse diversamente. Questi signori parlamentari hanno anche l’aggravante di aver avuto un atteggiamento insipido nei confronti di Governi che pure hanno sostenuto e sostengono, come quello del professor Monti, responsabile del provvedimento della nuova geografia giudiziaria. 

Cioè, in Parlamento non erano all’opposizione, per cui non possono neppure trovare riparo dietro la giustificazione  di aver avuto a che fare con avversari politici e, quindi,sprovvisti di  potere contrattuale in termini politici.  Sotto il fuoco delle critiche è finita anche l’ex capogruppo alla Camera dei Deputati onorevole Anna Finocchiaro, la quale aveva assicurato, in campagna elettorale, che il provvedimento sarebbe stato corretto in modo tale da salvare quei tribunali effettivamente attivi in termini di funzionalità e di qualità di lavoro svolto dai magistrati, oltreché rappresentare una questione sociale in un territorio già martoriato per altre vicende.  Costei se l’è squagliata, riproducendo una storia che dalle nostre parti conosciamo abbondantemente.

 a.d.m.

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