LELLO DI IANNI VICE SINDACO: PERCHE’ NO?
LELLO DI IANNI |
Pasquale Dotoli dovrà riempire l’ultima casella vuota relativamente all’ultimo rimpasto nella sua Giunta. C’è da nominare il Vice Sindaco, ruolo per il quale, evidentemente, ci sono delle difficoltà, se il primo cittadino non ha provveduto a procedere contemporaneamente alla nomina degli ultimi tre assessori. In pole position ci sarebbero Mario Follieri e Fabio Valerio, i quali hanno già ricoperto questa carica. Valerio viene indicato dai giornali addirittura come candidato sindaco per il centro destra per le prossime elezioni, per cui questa casella potrebbe essere ricoperta non solo da chi già l’ha occupata, ma anche da un soggetto politicamente pesante, posto che egli è anche vice coordinatore provinciale del PDL ed é stato responsabile di Forza Italia a Lucera. Andiamo oltre e ci chiediamo: perché non viene preso in considerazione Lello Di Ianni, il quale è stato assessore di primogenitura in un settore di particolare responsabilità, quale quello delle finanze, e per di più ha ricoperto lo stesso ruolo anche alla Provincia, con risultati da tutti ritenuti soddisfacenti? Direte: ci dovranno essere le coperture indicate dai partiti. E’ vero. La cosa non dovrebbe porsi, perché già il centro destra è rappresentato dal Sindaco, che, sino a prova contraria, è appunto espressione di tale schieramento. Di Ianni non solo si sta rilevando un tecnico con i fiocchi nel settore di sua competenza, ma rappresenta anche un elemento di equilibrio nella difficile convivenza politica al Comune, dove si sgomita facilmente e dove gli appetiti non hanno mai confine.
Inoltre, Di Ianni ha dovuto gestire una situazione finanziaria difficilissima al Comune, in presenza di debitorie che sono state un macigno per le già deboli casse municipali e di fronte a pressanti richieste in ordine al soddisfacimento di bisogni collettivi. Pur senza mancare di rispetto agli altri, Di Ianni potrebbe concludere il mandato quale vero alter ego del primo cittadino, posto anche che sinora il suo ruolo è stato ricoperto pure attraverso una colleganza collegiale con i suoi colleghi di Giunta, con i quali, presenti e passati, non ha quasi mai avuto motivo di contrasto, se non quando doveva mettere mani al portafoglio comunale. Anche politicamente Di Ianni non ha fatto pesare lo scossone seguito al suo passaggio dall’UDC all’UdiCap, quando l’onnipresente onorevole Angelo Cera pretendeva di mettere tutti ai suoi ordini e quando lo stesso minacciava tempi di guerra per l’Amministrazione. Dotoli in quella occasione ha mantenuto i nervi saldi e sostanzialmente si è messo sulla stessa lunghezza d’onda di Di Ianni. Il quale ha gestito, direttamente e indirettamente, la difficile fase del mondo del pallone, soprattutto a seguito dell’abbandono di Gianni Pitta del timone della società.
Se oggi il calcio ha ancora qualche speranza di sopravvivere lo si deve appunto a Di Ianni, eterno innamorato del calcio lucerino, ma anche eterno sostenitore di sfide impossibili, come ci raccontano, appunto, le storie sportive di questi giorni. Insomma, come si dice, il suo curriculum non presenta sbavature ed è perfettamente in regola per aspirare ad un ruolo di maggiore prestigio, pure a riconoscimento del suo impegno che non ha momenti di sosta, anche quando ha dovuto fare salti mortali per poter essere contemporaneamente a Lucera per il Comune e a Foggia per la Provincia. Sottoponiamo a Dotoli queste riflessioni, senza la pretesa di voler essere ascoltati, ma con la consapevolezza di aver fatto una proposta che non ci pare meriti di essere scartata senza una opportuna valutazione nel suo contesto generale.
a.d.m.
Inoltre, Di Ianni ha dovuto gestire una situazione finanziaria difficilissima al Comune, in presenza di debitorie che sono state un macigno per le già deboli casse municipali e di fronte a pressanti richieste in ordine al soddisfacimento di bisogni collettivi. Pur senza mancare di rispetto agli altri, Di Ianni potrebbe concludere il mandato quale vero alter ego del primo cittadino, posto anche che sinora il suo ruolo è stato ricoperto pure attraverso una colleganza collegiale con i suoi colleghi di Giunta, con i quali, presenti e passati, non ha quasi mai avuto motivo di contrasto, se non quando doveva mettere mani al portafoglio comunale. Anche politicamente Di Ianni non ha fatto pesare lo scossone seguito al suo passaggio dall’UDC all’UdiCap, quando l’onnipresente onorevole Angelo Cera pretendeva di mettere tutti ai suoi ordini e quando lo stesso minacciava tempi di guerra per l’Amministrazione. Dotoli in quella occasione ha mantenuto i nervi saldi e sostanzialmente si è messo sulla stessa lunghezza d’onda di Di Ianni. Il quale ha gestito, direttamente e indirettamente, la difficile fase del mondo del pallone, soprattutto a seguito dell’abbandono di Gianni Pitta del timone della società.
Se oggi il calcio ha ancora qualche speranza di sopravvivere lo si deve appunto a Di Ianni, eterno innamorato del calcio lucerino, ma anche eterno sostenitore di sfide impossibili, come ci raccontano, appunto, le storie sportive di questi giorni. Insomma, come si dice, il suo curriculum non presenta sbavature ed è perfettamente in regola per aspirare ad un ruolo di maggiore prestigio, pure a riconoscimento del suo impegno che non ha momenti di sosta, anche quando ha dovuto fare salti mortali per poter essere contemporaneamente a Lucera per il Comune e a Foggia per la Provincia. Sottoponiamo a Dotoli queste riflessioni, senza la pretesa di voler essere ascoltati, ma con la consapevolezza di aver fatto una proposta che non ci pare meriti di essere scartata senza una opportuna valutazione nel suo contesto generale.
a.d.m.
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