TRIBUNALE: LE COMICHE DELLA NOSTRA POLITICA

IL TRIBUNALE DI LUCERA
Prima di tutto la notizia.  Il presidente del Consiglio  Regionale della Puglia, Onofrio Introna, ha annunciato, per ora solo a mezzo stampa, che proporrà un referendum per salvare i nostri Tribunali mandati al macero dall’incauta e irremovibile Ministro della Giustizia del Governo Monti, Paola Severino. Il referendum dovrà essere formalizzato, entro il prossimo 30 settembre, da almeno cinque Consigli Regionali. Prima osservazione. Dubitiamo che con i tempi così stretti si possa giungere alla soluzione patrocinata tardivamente da Introna.  E, poi, il presidente sa che diversi tribunali sono stati già chiusi o sono in fase di svuotamento? Ammesso e non concesso che il referendum possa andare a buon fine, come si farà a ripristinare l’apertura dei presidi giudiziari, tenuto anche conto delle recenti dichiarazioni dell’attuale responsabile del Dicastero della Giustizia, Anna Cancellieri, la quale ha detto che la questione, così come ipotizzata anche da altri, arrecherebbe un danno notevole al bilancio dello Stato?  E’ esattamente il contrario di quanto pensa Introna, secondo cui sarebbe la cancellazione delle sedi dei tribunali farebbero aumentare i costi rispetto al loro mantenimento! Questa la premessa. C’è da chiedersi: dove stava Introna e compagni della regione Puglia quando  veniva sollecitata una energica presa di posizione ufficiale del Consiglio Regionale proprio a difesa dei nostri tribunali e segnatamente per quello di Lucera che, modestamente, è tra quelli più rappresentativi e meglio impostato sul piano della sua utilità e della qualità del suo lavoro? 

Era quello il momento di fare azione di supporto a quanti si stavano e stanno adoperando per dare dignità ad un provvedimento governativo, che è manchevole proprio di quella dignità che fa rispetto e giustizia delle esigenze delle popolazioni interessate. In questo spazio, se non ricordiamo male, siamo stati i soli ad invocare, a tempo debito, proprio l’intervento della regione Puglia, che, invece, è stata alla finestra, come se la questione fosse di pertinenza di altro territorio regionale. Per questo non si ritiene di frenare l’iniziativa della Regione Puglia, ma solo evitare di alimentare facili entusiasmi, in direzione di un traguardo obiettivamente difficile da raggiungere. Ovviamente,  il rilievo riservato a Introna non deve escludere tutti coloro che siedono in Regione, che si sono limitati a fare inutili comunicati stampa, quelli che servono per questioni di visibilità politica e non a procurare elementi per la soluzione del problema.  

Discorso estensibile ai parlamentari che pure tenevano in mano le chiavi della soluzione, tenuto conto che prima con Monti e poi con Letta avevano, in quanto maggioranza dei due Governi, la possibilità, anche tecnica, di muoversi nella direzione di evitare la chiusura dei presidi giudiziari. Noi – ce lo consenta l’amico fraterno avvocato Lello Preziuso – continuiamo ad essere pessimisti, perché l’esperienza ci dice che in Italia dopo le cancellazioni non ci sono rinascite. Ormai, c’è una spoliazione  impressionante del patrimonio giudiziario, quel patrimonio che sino a qualche anno fa ritenevano inattaccabile, indistruttibile, non asportabile. Ci eravamo illusi, perché forse non avevamo ben valutato lo scarso peso della nostra distratta, pigra e ininfluente classe politica. Vedremo come si giustificheranno questi signori della politica quando si presenteranno al giudizio  degli elettori! 

 a.d.m. 

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