TRIBUNALE: E’ DIFFICILE MA NON BISOGNA ARRENDERSI

Posto che la questione di rivedere la decisione del precedente Governo Monti è condivisa dai parlamentari delle forze politiche presenti nell’attuale maggioranza, si è preteso che tutti firmassero un documento per impegnare il Governo a formulare il provvedimento di revisione, più tecnicamente il decreto correttivo. La questione è posta anche in termini politici, perché è stato ricordato, soprattutto a quelli del Pd, che in campagna elettorale sono stati assunti precisi impegni, talvolta anche ad alto livello, come quello dell’allora capogruppo alla Camera, l’onorevole Anna Finocchiaro, che è certamente figura di primo piano nello schieramento politico italiano. Insomma, si vuole uscire dalla gabbia delle dichiarazioni di massima, che talvolta servono solo a fare vetrina, passerella, mentre nel concreto non producono effetti visibili. E in questo momento il Tribunale di Lucera ha bisogno di concretezza, per quel poco che c’è ancora da sperare circa la sua sopravvivenza. Che non è, beninteso, una pretesa caritatevole o, se preferite, clientelare, ma il rispetto di una situazione consolidata che dà prestigio allo stesso Ordine Giudiziario e, nel contempo, tutela le legittime aspirazioni di popolazioni già falcidiate da incaute soppressioni.
In questa battaglia Lucera non è sola, perché si trova a combattere insieme ad altri sei tribunali, che sono nella stessa situazione del nostro Tribunale. Sono presidi che hanno svolto un onorato servizio, efficienti, necessari per la specificità della delinquenza dei rispettivi territori, al riparo da costi eccessivi e immotivati, insomma aventi nel loro DNA tutti gli elementi che reclamano il loro mantenimento. In una Italia seria non dovremmo fare questi discorsi. Ma, si sa, da noi si fanno le riforme nel pieno delle tempeste ormonali dei nostri governanti e politici!
a.d.m.
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