TRIBUNALE: E’ DIFFICILE MA NON BISOGNA ARRENDERSI

Arrendersi mai! E’ il motto secco e determinato del presidente del Comitato per la Difesa della Legalità in Capitanata, avvocato Raffaele Preziuso , il quale non ha la minima intenzione di mollare sul caso Tribunale, benché tutto sembra muoversi verso la chiusura delle stanze del glorioso presidio giudiziario di Lucera. Preziuso non è il solo a pensarla così, posto che anche il presidente dell’Ordine Forense, l’avvocato Pippo Agnusdei, è perfettamente sulla stessa lunghezza d’onda, come ben testimonia la sua calda e appassionata partecipazione a sostegno di tutte quelle iniziative volte ad evitare che venga rimosso il proposito di rapinare la città, togliendole un patrimonio che ha difeso a denti stretti, offrendo sempre il meglio in termini di qualità del lavoro giudiziario, in un comparto che, invece,  si segnala ogni giorno per evidenti ragioni di decadenza,di scollamento. Nell’ultimo incontro romano (uno dei tanti!) Preziuso e i suoi compagni di cordata hanno preteso che venisse formalizzato un documento da far recapitare al capo del Governo Letta, con proposte serie e concrete, che mirano a porre rimedio ai clamorosi errori di valutazione in ordine alla nuova geografia giudiziaria, che ha colpito Lucera immotivatamente, pur in presenza di dati positivi, condivisi a livello ministeriale, dati che parlano di un quadro giudiziario locale non solo da mantenere, ma da potenziare, in presenza di una criminalità che è ancora viva e vegeta. E a dirlo è il Procuratore Capo Domenico Seccia, che sul tema non è proprio l’ultimo arrivato. All’incontro romano hanno partecipato i parlamentari del territorio (Ivan Scalfarotto per il Pd, Lello Di Gioia per il Psi  e Lucio Tarquinio per il PDL), ai quali sono stati chiesti fatti e non più inutili dichiarazioni a ruota libera, perché i tempi per tentare il salvataggio  in extremis sono davvero stretti, in presenza dello svuotamento della struttura già in atto.  
Posto che la questione di rivedere la decisione del precedente Governo Monti è condivisa dai parlamentari delle forze politiche presenti nell’attuale maggioranza, si è preteso che tutti firmassero  un documento per impegnare il Governo a formulare  il provvedimento di revisione, più tecnicamente il decreto correttivo. La questione è posta anche in termini politici, perché è stato ricordato, soprattutto a quelli del Pd, che in campagna elettorale sono stati assunti precisi impegni, talvolta anche ad alto livello, come quello dell’allora capogruppo alla Camera, l’onorevole Anna Finocchiaro, che è certamente figura di primo piano nello schieramento politico italiano. Insomma, si vuole uscire dalla gabbia delle dichiarazioni di massima, che talvolta servono solo a fare vetrina, passerella,  mentre nel concreto non producono effetti visibili. E in questo momento il Tribunale di Lucera ha bisogno di concretezza, per quel poco che c’è ancora da sperare circa la sua sopravvivenza. Che non è, beninteso, una pretesa caritatevole o, se preferite, clientelare, ma  il rispetto di una situazione consolidata che dà prestigio allo stesso Ordine Giudiziario e, nel contempo, tutela le legittime aspirazioni di popolazioni già falcidiate da incaute soppressioni. 
 In questa battaglia Lucera non è sola, perché si trova a combattere insieme ad altri sei tribunali, che sono nella stessa situazione del nostro Tribunale. Sono presidi che hanno svolto un onorato servizio, efficienti, necessari per la specificità della delinquenza dei rispettivi territori, al riparo da costi eccessivi e immotivati, insomma aventi nel loro DNA tutti gli elementi che reclamano il loro mantenimento. In una Italia seria non dovremmo fare questi discorsi. Ma, si sa, da noi si fanno le riforme nel pieno delle tempeste ormonali dei nostri governanti e politici!
a.d.m.

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