Al Museo diocesano di Lucera la mostra La Civitas Sanctae Mariae. Le Madonne angioine


Martedì 13 agosto 2013, alle ore 20.30, S.E. Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo di Lucera-Troia, inaugurerà nei saloni del Museo diocesano del Palazzo vescovile di Lucera una nuova mostra dal titolo "La Civitas Sanctae Mariae. Le Madonne angioine".


La mostra, curata da Mons. Luigi Tommasone, direttore del Museo diocesano e dell'Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici, è stata allestita dall'Associazione diocesana Terzo Millennio, Sezione di Lucera, presieduta dal dott. Marco Toriniello, in collaborazione con il Distretto culturale Daunia Vetus, le comunità parrocchiali di S. Matteo al Carmine, S. Giacomo Maggiore Apostolo e S. Giovanni Battista di Lucera. Raccoglie per la prima volta tutte le immagini mariane di matrice artistica angiona (sec. XIV e XV) presenti nelle chiese e nei musei della Città di Santa Maria. 

Tra le sculture in pietra si segnalano tre Vergini con il Bambino. La prima figura, posta sotto un baldacchino in pietra all'interno della lunetta del portale maggiore della Cattedrale, denota l'impianto gotico tipico dell'indirizzo dominante intorno alla metà del '300 nell'ambiente napoletano. La seconda, la cui lastra originale, già nella chiesa Cattedrale, era nota come Madonna delle Stelle, richiama l'arte del grande Tino da Camaino (sec. XIV). Altra scultura in pietra, conosciuta come Madonna del Melograno, databile alla seconda metà del XIV secolo e attualmente in fase di restauro, appare ricca di richiami a immagini di divinità femminili precristiane.

Tra le statue in legno di età angioina risalta il simulacro di Santa Maria Patrona col Bambino venerata nella Basilica Cattedrale, opera che pone in termini inediti e apparentemente contraddittori il problema delle Madonne nere. Ricavata in un tronco di salice rosso e sottoposta nel tempo a diversi interventi di restauro (gli ultimi due risalgono al 1939 e al 1998), il gruppo ligneo, oggetto di grande e continua venerazione, è databile al primo ventennio del XIV secolo. Stando ad una notizia riportata, tra gli altri, dal settecentista domenicano Tommaso Angiullo, la statua sarebbe stata fatta scolpire sul tipo di un’altra e più antica opera (molto probabilmente quella che oggi è nel Museo civico di Lucera), venerata nella vecchia Cattedrale a maggior decoro del mirabile tempio gotico edificato per volere di Carlo II d'Angiò dopo la vittoria riportata sui Saraceni nell’agosto del 1300. Modello cortese di un'aristocratica Signora franco-napoletana, seduta in trono con il Bambino in piedi sulle ginocchia, il gruppo ligneo di Santa Maria Patrona non è l'unica scultura della Vergine di matrice angioina, poiché alla seconda metà del '300 o ai primi anni del '400 risalgono altre tre Madonne, realizzate da ignoti scultori meridionali per ognuna delle tre parrocchie in cui fu inizialmente divisa la città (S. Matteo Apostolo, S. Giacomo Maggiore Apostolo e S. Lorenzo Martire, poi S. Giovanni Battista). Le tre sculture, emblema e simbolo di un unico evento, presero il nome di Madonna della Libera, Madonna della Vittoria e Madonna della Misericordia.

Poche ma di grande valore queste tre nobili sculture della Vergine Maria sono un tesoro finora mai mostrato al pubblico in un unico contesto espositivo.


IL PALAZZO VESCOVILE DI LUCERA

Una sezione speciale della mostra è dedicata alle piccole statue della Vergine Patrona di Lucera collocate in trono su edicole votive esterne e a questa originale forma di devozione che i lucerini avvertono per la loro Regina dei Cieli. La sezione espositiva trae spunto da una serie di disegni realizzati dall'artista lucerino Costantino Postiglione a ricordo di un particolare avvenimento storico vissuto dalla città settanta anni fa. Tra il 28 maggio e il 18 settembre 1943, nel corso della seconda guerra mondiale, nove attacchi dell'aviazione alleata sulla vicina città di Foggia provocavano un numero altissimo di vittime, di feriti e di distruzioni. Le violente e ripetute incursioni aeree angloamericane sul vicino capoluogo gettavano nel panico e nell'angoscia anche gli abitanti di Lucera, i quali, sull'esempio dei loro padri, si stringevano ancora una volta attorno alla loro Celeste protettrice e con una straordinaria manifestazione di amore e di devozione, "recingevano" a mo' di protezione le vie del centro abitato di edicole votive contenenti una piccola statua in terracotta o in cartapesta della Vergine Padrona. Sotto queste piccole nicchie in pietra, in gesso, in legno, o in muratura, spesso accanto ad una sobria lapide marmorea, gli abitanti di ogni strada, raccolti in fiduciosa preghiera, accorrevano sommessamente come figli incontro alla Madre nel momento della prova e dello sconforto. La città veniva solo sfiorata dai bombardamenti, liberata, ancora una volta, dall’angoscia di quel serio pericolo.



La serata inaugurale della nuova mostra si concluderà con la distribuzione del catalogo "Vexilla Regis. Le croci e i crocifissi preziosi" (fotografie di Daniela Lovaglio, testo di Mons. Vincenzo Francia), mostra già allestita da marzo a giugno scorso nei locali del Museo diocesano di Lucera in occasione dell'Anno della Fede voluto da Papa Benedetto XVI e a ricordo dei 1700 anni dell'Editto di Milano.

Sempre il 13 agosto 2013 il Museo diocesano sarà visitabile fino alle ore 23.

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