NUOVA LUCERA CALCIO ANCORA AL BUIO
Tutto tace. Intorno al Nuova Lucera Calcio non si muove foglia. Si ripete puntualmente la stessa situazione degli ultimi anni e segnatamente di quelli seguenti all’abbandono di Gianni Pitta. Non si sa come la dirigenza (ammesso che sia ancora in sella) riesca a fronteggiare gli impegni del prossimo campionato, anche considerando che vi sono ancora vecchie ferite da chiudere. E’ noto a tutti la penosa conclusione dell’ultimo torneo, con i giocatori titolari che, dopo il conseguimento della salvezza, hanno mollato la barca, rifiutandosi di schierarsi in campo. Immaginiamo che siano in sospeso tante debitorie, per cui sarà molto difficile ripartire con un fardello di debiti sul groppone. La situazione complessiva è quasi una fotocopia di quella vista lo scorso anno, con sullo sfondo una situazione finanziaria che non promette nulla di buono. E’ una scena già vista. Si stanno chiamando in causa gli stessi protagonisti degli ultimi anni, a cominciare da quel Lello Di Ianni, assessore, al quale si continuano a chiedere miracoli. Lui sa, più degli altri, che la cassa comunale langue più di quella della squadra, per cui si trova nella impossibilità, pur con tutta la buona volontà, di allargare le maglie. Lodevole il suo impegno, ma riteniamo che ora possa fare ben poco, a meno che non intenda mettere mano al suo portafoglio. Viene chiamato a soccorso anche il Sindaco Pasquale Dotoli, appellandosi ad una solidarietà istituzionale che allo stato ci può stare a parola, ma che nei fatti è inesistente, per le stessa ragioni di difficoltà di bilancio prima richiamate.
Sia Dotoli che Di Ianni farebbero bene a parlare chiaro, così da evitare che qualcuno si illuda, come è successo in precedenza. La verità – e lo diciamo anche a costo di passare ancora una volta per gufi - che il calcio a Lucera ha finito la sua corsa. Occorre fermarsi e riflettere, sperando di costruire in seguito qualcosa sulle sue ceneri. Si tratta di prendere atto dell’evidenza e di mettere da parte vecchie storie di tradizioni che, col portafoglio vuoto, non servono a nulla. Del resto – lo abbiamo detto in altra occasione – sia la pallacanestro che la pallavolo hanno imparato la lezione, dopo tanti tentativi di rianimazione bocca a bocca. Anche il ricorso all’aiuto del Comune è parzialmente improprio, nel senso che questo ente può dare un contributo, ma non può farsi carico dei costi della intera gestione dell’attività calcistica. Il calcio deve essere finanziato dai tifosi ( che non ci sono) ed eventualmente dai contributi degli operatori dell’imprenditoria locale (assenti). Un terzo introito potrebbe essere rappresentato da forme di pubblicità, che a Lucera sono inimmaginabili. Dunque? La risposta viene da sé.
a.d.m.
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